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Parmalat tra crescita esterna e svolte strategiche

22 Marzo 2007 13:03

Il 2006 è stato l’anno del consolidamento, ora è il momento della crescita esterna. Parola di Enrico Bondi. Il risanatore di Parmalat ha aperto i lavori della conference call milanese di presentazione dei conti 2006 in parte spiazzando la comunità finanziaria. L’ “adesso potremmo anche considerare una crescita esterna” detto da Bondi è stata però l’unica concessione a una presentazione che non si è discostata dal contenuto delle slides diffuse dalla società già in mattinata. D’altra parte lo stesso Bondi non ha fornito ulteriori dettagli su quali possano essere le caratteristiche ricercate in una potenziale acquisizione e nemmeno su quale portata questa possa avere. Indicativi a questo proposito sono però le stime sugli investimenti previsti per il 2007. Il Capex per l’esercizio in corso è previsto salire tra i 150 e i 170 milioni di euro, di cui tra i 50 e i 70 milioni destinati a “iniziative strategiche”.


Al netto di un’eventuale acquisizione Parmalat prevede ricavi 2007 e 2008 in crescita tra il 3 e il 5% e un margine operativo lordo in aumento del 12-15%. Su questi numeri bisogna però ricordare un impatto dal rischio cambi che il direttore finanziario Pier Luigi De Angelis ha detto di prevedere tra il 2 e il 3%.


Cosa c’è alla base di tali attese? Fondamentalmente una svolta verso prodotti in grado di apportare più alti livelli di valore aggiunto. Spazio quindi alla trasformazione del latte da una sorta di commodity verso prodotti cosiddetti “functional”. La virata riguarderà in particolare latte e yogurt, per cui si provvederà ad esempio al lancio di prodotti per il controllo del peso, per la difesa del sistema immunitario oppure per la salute delle ossa e dell’apparato cardiaco, che andranno ad aggiungersi ai prodotti con caratteristiche anti età, per la regolarità intestinale e destinati all’infanzia già lanciati in Italia, ma che dovrebbero essere estesi anche in altri Paesi. Il progetto è infatti di continuare a crescere sui mercati maturi e di attaccare la clientela di fascia più alta negli emergenti. “Questo cambiamento è uno degli obiettivi del 2007”, ha detto Carlo Prevedini, direttore generale di Parmalat. In programma anche la ricerca di nuovi fornitori, di nuove relazioni con quelli esistenti, per ridurre i costi legati a materie prime e packaging.


C’è poi il fronte legale, con ben 69 azioni di revocatoria pendenti per un controvalore di 6,9 miliardi solo in  Italia, a cui devono essere aggiunte i tre procedimenti per danni negli Stati Uniti contro Bank of America, Citigroup e Grant Thornton.

 

Ieri Parmalat ha annunciato di aver chiuso l’esercizio 2006 con un utile netto pari a 192,5 milioni di euro rispetto a una perdita di 0,3 milioni di euro dell’anno precedente, e con un indebitamento più che dimezzato, sceso dai 369,3 milioni al 31 dicembre 2005 ai 170 milioni di fine 2006. Il cda ha inoltre deciso di sottoporre all’assemblea la distribuzione di  un dividendo di 0,025 euro.