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Tutte le tentazioni di Exprivia

22 Marzo 2007 09:00

Exprivia ha voglia di crescere, di essere uno dei principali player dell’IT italiano. Lo ha chiarito l’a.d. del gruppo, Domenico Favuzzi, in un’intervista concessa a Finanza.com a margine dell’incontro di ieri con la comunità finanziaria in cui sono stati presentati i risultati 2006 (utile di 1,1 milioni contro una perdita 2005 di 3,6 milioni, Mol cresciuto da 2,5 a 5,5 milioni e valore della produzione sostanzialmente invariato a 47 milioni).


Nei programmi dichiarati dalla società nata nel 2005 dalla fusione tra la già quotata AISoftware e Abaco Information Services, ci sono acquisizioni che consentano di accrescere entro il 2008 il fatturato di 40 milioni di euro, fino a portarlo a complessivi 100 milioni, e oggetto di interesse saranno solo aziende italiane (all’estero sono per ora previste solo alleanze strategiche). I dossier potrebbero comunque riguardare una o due aziende, purchè in grado di far raggiungere gli obiettivi delineati. “Stiamo guardando a società che siano caratterizzate da competenze specifiche, specializzate per settori di mercato o per aree applicative, escludiamo invece aggregazioni con società generaliste come la nostra”, ha spiegato Favuzzi a Finanza.com. Non escluso anche un ritorno di interesse per un aumento della quota in Acs, di cui già Exprivia detiene una quota del 7,69%. “Nonostante l’opzione per acquistare l’8,52% non esista più – ha spiegato Favuzzi – nulla vieta che ci siano possibilità di discutere. Con Acs abbiamo relazioni importanti ma non si tratta dell’unica possibilità che si potrebbe prendere in considerazione”.


Favuzzi ha poi commentato l’eccellente performance recente del titolo Exprivia in borsa, escludendo nuovi elementi di rilievo a supporto di tale movimento e spiegando unicamente che “parte del mercato incorpora una modifica delle aspettative di crescita implicita nei risultati 2006 e nel piano al 2008”. Non ci sarebbero dunque novità relativamente alle indiscrezioni delle scorse settimane riguardanti il possibile ingresso nel capitale di grandi investitori istituzionali. “Ci piacerebbe avere all’interno dell’azienda investitori istituzionali che darebbero maggiore forza al titolo e che fornirebbero indubbiamente un’iniezione di fiducia – ha spiegato il manager a Finanza.com – sarebbe un valore aggiunto per la compagine societaria, tuttavia non ci sono mai stati specifici interventi da parte nostra o degli istituzionali. La nostra comunicazione è rivolta anche agli istituzionali, ma non ci sono comunicazioni in questo senso”. Favuzzi non ha escluso però che alcuni soggetti stiano prendendo posizione anche alla luce dei buoni risultati ottenuti.
La crescita delle quotazioni azionarie, sempre secondo il manager, potrebbe comunque accelerare il processo aggregativo, rendendo più convenienti operazioni carta contro carta. “L’attuale prezzo del titolo agevola il processo – ha spiegato – un’operazione di scambio titoli avverrebbe comunque nell’ambito di un aumento di capitale”, (secondo quanto reso noto dalla stessa società, indicativamente un’operazione di acquisizione potrebbe avvenire per metà tramite leva finanziaria e per l’altra metà con ricapitalizzazione, ndr).


A livello strategico, oltre alla voglia di acquisizioni è emersa la volontà di alimentare la crescita in settori chiave come difesa, salute e riconoscimento vocale, ma non solo. “Quelli citati sono i mercati dove vogliamo rafforzare la nostra presenza – ha detto Favuzzi a Finanza.com – ma stiamo facendo investimenti su tutte le linee di produzione. Nei servizi punteremo molto sul nearshoring a supporto delle organizzazioni medio-grandi pubbliche e private. Le banche e le industrie restano poi prioritarie. La sanità e la pubblica amministrazione sono business più discontinui, ciclici, e su cui bisogna scontare periodi di non particolare brillantezza”.


Tra le linee strategiche, prevista anche la partecipazione in nuove iniziative su specifiche nicchie di mercato. E’ il caso del riconoscimento vocale e di PerVoice, società di nuova costituzione di cui Exprivia detiene attraverso Gst una quota del 30%. PerVoice opererà in tre segmenti di mercato: quello della trascrizione del parlato, i call center e il settore dei media. In questo caso l’obiettivo è il monitoraggio e il tracciamento da canali televisivi e radiofonici, fino a giungere alla sottotitolazione automatica di filmati e video in streaming.