Parmalat: Lactalis lancia l’Opa, per il premier non è ostile. Titolo vola in Borsa
Lactalis, con un colpo ad effetto nel giorno del vertice italo-francese a Roma, ha praticamente messo le mani su Parmalat. Questa mattina l’azienda transalpina, che già deteneva il 29% del gruppo di Collecchio, ha annunciato la promozione di un’Offerta pubblica d’acquisto (Opa) su tutte le azioni Parmalat ad un prezzo di 2,60 euro per azione. Le azioni oggetto dell’offerta dell’azienda transalpina sono complessivamente 1.298.186.659 per un controvalore pari a 3,37 miliardi di euro. Adesso i fari del mercato sono tutti puntati sulla contromossa della cordata italiana, che vedrebbe in campo la Cassa Depositi e Prestiti insieme ad un pool di banche guidate da Intesa SanPaolo. I tempi, però, stringono visto che il 3 maggio rappresenta il termine ultimo per presentare una proposta da spedire all’assemblea di Collecchio, già spostata al 28 giugno e ormai non più rinviabile.
“Il Governo può stringere i tempi per creare una lista che al momento è molto fumosa. Infatti, non si conosce nel dettaglio il contributo della Cassa Depositi e Prestiti e il ruolo di Intesa SanPaolo e delle altre banche che andrebbero a formare un’eventuale cordata italiana”, spiega un analista di una primaria banca italiana interpellato da Finanza.com. L’unica soluzione all’orizzonte è una “contro Opa intorno a 2,80 euro per azione. In sostanza la cordata italiana dovrebbe sborsare quasi 5 miliardi di euro per strappare Parmalat dalle mani di Lactalis”, aggiunge il broker. Ma la Borsa per ora non sembra credere a questa ipotesi e il titolo Parmalat balza di quasi 11 punti percentuali a Piazza Affari, avvicinandosi al prezzo dell’Opa lanciata dai francesi.
Durante il vertice bilaterale con Nicolas Sarkozy, il premier Silvio Berlusconi ha dichiarato che non considera come ostile l’Opa di Lactalis su Parmalat. La società della famiglia Besnier ha assicurato la volontà “di sviluppare il proprio piano nel rispetto dell’italianità di Parmalat, mantenendo la sede in Italia, salvaguardando gli asset produttivi, i dipendenti e la filiera italiana del latte, nell’interesse dell’economia del territorio”. “Noi abbiamo un progetto di crescita ambizioso per Parmalat, ovvero farne il gruppo italiano di riferimento nel latte confezionato a livello mondiale, con sede, organizzazione e testa in Italia”, ha dichiarato il presidente di Lactalis, Emmanuel Besnier.
Lactalis, nel comunicato diffuso in mattinata, ha inoltre accennato le prossime mosse relative all’operazione Parmalat. Il gruppo transalpino, già presente in Italia con i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori, valuterà l’opportunità di far confluire in Parmalat le proprie attività europee nel settore del latte confezionato, tra le quali quelle detenute in Francia e in Spagna. Inoltre, l’espansione nei mercati in forte sviluppo come Brasile, India, Cina, nei quali entrambi i gruppi hanno attualmente una limitata presenza, “potrebbe essere perseguita in modo più efficace attraverso un intervento congiunto”.
La società della famiglia Besnier ha infine dichiarato che “intende mantenere Parmalat quotata alla Borsa di Milano” e procederà “se necessario, al ripristino del flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni”. Se l’Opa andasse a buon fine il gruppo francese, insieme all’azienda di Collecchio, diventerebbe il leader mondiale nei prodotti lattiero-caseari con un giro d’affari complessivo di circa 14 miliardi di euro.