Parmalat: il giorno di Lactalis e le ipotesi per il dopo Bondi
La stampa francese dà ormai per scontato che oggi possa essere il giorno in cui Lactalis diventerà il numero uno mondiale del latte. In effetti, ci si aspettano poche sorprese dall’assemblea per il rinnovo del cda di Parmalat, che ha preso il via alle ore 16.20. Presente il 46,8% del capitale, di cui il 29% nelle mani dei francesi. A meno di alleanze dell’ultimo minuto (il Sole 24 Ore cita la possibilità che i voti di minoranza vengano convogliati sulla lista di Assogestioni), non dovrebbe essere difficile per il gruppo guidato dalla famiglia Besnier conquistare 9 consiglieri su 11.
In questo caso, Lactalis avrebbe ancor meno la necessità di aumentare la propria quota in Parmalat, dopo il lancio dell’Opa lo scorso 23 maggio, e i giochi sul titolo del gruppo caseario italiano potrebbero dirsi davvero chiusi, anche per gli investitori dell’ultimo minuto come Paul Singer, Deutsche Bank, Boussard&Gavaudan, che solo nelle ultime settimane hanno aumentato la loro esposizione sul titolo, e per quanti speravano in un miglioramento nel prezzo dell’offerta.
Mentre si avvicina il giorno della chiusura dell’Opa, l’8 luglio, l’adesione è fiacca: solo il 2%, anche se ci si aspetta un ritmo più vivace negli ultimi giorni. Intesa SanPaolo, che si è arresa dopo aver tentato di opporsi alla scalata dei francesi con una cordata italiana, ha fatto sapere lo scorso 13 giugno che probabilmente aderirà all’offerta con la propria quota del 2%. Al prezzo attuale, comunque, nessuna controfferta è stata presentata sul 70% del flottante di Parmalat.
La vera incognita, a questo punto, è sulla fisionomia del nuovo vertice aziendale dopo l’addio di Enrico Bondi alla sua posizione di amministratore delegato. Il risanatore del gruppo di Collecchio resterà ancora commissario straordinario. Continuerà a seguire i processi in corso a Milano e Parma, e sarà custode giudiziario degli archivi della Parmalat, situati nell’area industriale di San Michele in Tiorre. Su chi occuperà il suo posto, e quello di presidente, circola già più di una indiscrezione. Il nome più probabile per la presidenza, secondo la stampa italiana, è quello di Franco Tatò, mentre per la carica di amministratore delegato sembra naturale pensare al responsabile italiano di Lactalis, Antonio Sala, quest’ultimo citato dal francese Les Echos tra i candidati al cda insieme a Daniel Jaouen e Olivier Savary, rispettivamente direttore generale e direttore finanziario del gruppo di Laval. Nulla in questo senso viene deciso nell’assemblea di oggi: non è escluso che il nuovo consiglio opti per un interim, in attesa di scegliere la guida più adatta per Parmalat. Quel che si sa è che il capo di Lactalis, Emmanuel Besnier, non è tra i pretendenti.