Parla il trader 4 volte campione del mondo: il trading può essere una passione profittevole, ma non sostituisce lo stipendio (e non è per tutti)
In questi anni di pandemia e di incertezza economica il numero dei trader improvvisati o semi professionisti cresce di anno in anno, ma il trading è per tutti? Secondo Andrea Unger, unico ad aver vinto per 4 volte il campionato del mondo di trading, la World Cup Championship of Futures Trading e membro onorario di SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica), il trading non è la soluzione allo stipendio sicuro, non c’è linearità nelle entrate e non è per tutti.
Come ribadisce Unger molti pensano di sostituire il proprio posto di lavoro con l’attività di trading dopo un corso online, senza considerare che per farlo nel modo corretto e professionale bisogna rimboccarsi le maniche, applicarsi e studiare per anni. Il trading è affascinante e può essere certamente profittevole, ma non si può pensare di avere una rendita mensile costante da subito, infatti, anche per un trader professionista è assolutamente normale che ci siano dei mesi in perdita.
Dunque, il trading deve essere prevalentemente una passione o un hobby, non come la soluzione allo stipendio sicuro e chiunque faccia credere questo è in malafede. Certo, può diventare anche un lavoro, ma con la consapevolezza che non si tratta di un posto fisso, con stipendio regolare e orari predefiniti.
Per Unger, più che talento, il trading è una questione di metodo: «una volta spiegata la procedura, anche chi non possiede un talento particolare riesce comunque a mettere i sistemi a mercato.
Il trading, tuttavia, non è per tutti, ma è una attività che dà risultati grazie allo studio, all’applicazione e a un metodo comprovato».