Notizie Notizie Italia Outlook Ocse, festa a metà per l’Italia: meglio stime su debito, tagliato Pil

Outlook Ocse, festa a metà per l’Italia: meglio stime su debito, tagliato Pil

4 Dicembre 2024 11:08

L’economia globale dovrebbe rimanere solida nonostante le sfide significative che si presentano all’orizzonte. Questo uno dei messaggi che emerge dall’ultimo Economic Outlook dell’Ocse che prevede una crescita del Pil mondiale del 3,3% nel 2025, in aumento rispetto al 3,2% del 2024, e del 3,3% nel 2026. Per quanto riguarda l’inflazione, secondo l’istituto con sede a Parigi, l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe diminuire ulteriormente, passando dal 5,4% nel 2024 al 3,8% nel 2025 e al 3% nel 2026, sostenuta dall’orientamento ancora restrittivo della politica monetaria nella maggior parte dei Paesi.

Secondo l’Ocse, l’inflazione globale è già tornata agli obiettivi delle banche centrali in quasi la metà delle economie avanzate e in quasi il 60% delle economie di mercato emergenti.

E l’Italia, quali sono le stime dell’Ocse?

Italia: Ocse taglia stime Pil 2024 e 2025

Festa a metà per il Governo Meloni di fronte alle nuove indicazioni arrivate dall’Ocse sull’economia Italiana. Tra le note dolenti le nuove stime sul Pil tricolore che dovrebbe attestarsi allo 0,5% nel 2024, per poi crescere allo 0,9% nel 2025 e all’1,2% nel 2026. Rispetto alle previsioni dello scorso settembre che indicavano un aumento del Pil al ritmo dello 0,8% quest’anno e dell’1,1% il prossimo, l’Ocse rivede al ribasso la crescita dell’Italia.

Le notizie positive, invece, arrivano  dal rapporto Debito/pil: le stime dell’Ocse sono per 135,2% nel 2024, 134,3% nel 2025 (le previsioni passate indicavano rispettivamente 139,1% al 2024 e 140% per l’anno prossimo). “La forte disinflazione registrata negli ultimi trimestri, combinata con solidi incrementi salariali – si legge nel rapporto dell’Ocse – dovrebbe sostenere i consumi, mentre condizioni finanziarie più favorevoli e l’attuazione di investimenti pubblici legati ai fondi del Next Generation Eu stimoleranno la formazione di capitale”.

L’istituto di Parigi sottolinea inoltre che i rischi per le prospettive economiche ‘sono sostanzialmente equilibrati’. “Sul lato negativo – si legge nel report – una contrazione più marcata del previsto degli investimenti residenziali, causata dal graduale ritiro dei crediti d’imposta edilizi, e una domanda di esportazioni più debole dovuta a una crescita rallentata nell’area dell’euro potrebbero pesare sulle prospettive. Al contrario, un aumento degli investimenti pubblici legati al Pnrr superiore alle aspettative potrebbe rafforzare la performance economica. I costi di finanziamento per famiglie e imprese – prosegue l’analisi Ocse – sono destinati a diminuire con l’allentamento della politica monetaria nell’area euro”. Il disavanzo pubblico italiano dovrebbe ridursi nell’ambito del piano fiscale a medio termine del governo, scendendo al di sotto del 3% entro il 2026. Ma rovescio della medaglia, il rapporto debito pubblico/pil crescerà e servirà un consistente avanzo primario nel medio termine per mettere il debito su un percorso più sostenibile.

Per quanto riguarda l‘inflazione, il report dell’Ocse prevede che il tasso armonizzato si attesti all’1,2% medio quest’anno (contro l’1,3% stimato a settembre) e al 2,1% dal 2,2% il prossimo anno. Nel 2026 il tasso è visto al 2,0%. Il tasso di disoccupazione è visto al 6,5% quest’anno, al 6,0% il prossimo e al 5,8% nel 2026.

La ricetta dell’Ocse all’Italia: pensioni e immobili nel mirino

Secondo l’Ocse, l’attuazione del Pnrr, in particolare l’incremento degli investimenti pubblici, dovrebbe sostenere l’attività economica sia nel breve che nel medio termine. “Ma le pressioni fiscali stanno aumentando, trainate dalle esigenze di investimento e dai crescenti costi pensionistici associati all’invecchiamento della popolazione”. Secondo l’Ocse, “l’espansione degli investimenti pubblici legati al Pnrr e la decisione del governo di rendere permanenti i tagli fiscali e contributivi ‘sono sviluppi positivi’, ma richiedono misure compensative”.

E ancora l’Ocse indica anche quali sono queste misure compensative:  tagli alla spesa e aumenti fiscali. “Sebbene i piani di consolidamento a breve termine si basino principalmente sull’eliminazione di misure una tantum e temporanee, ‘il raggiungimento di un aggiustamento fiscale a medio termine richiederà azioni decisive per contenere la crescita della spesa pensionistica; aumentare le imposte sulla proprietà, incluso l’allineamento del catasto ai valori di mercato; contrastare l’evasione fiscale; e condurre revisioni approfondite della spesa pubblica”.