Outlook Italia: La ripresa è lenta, ma concreta
No news, good news. La ripresa della domanda interna in Italia proseguirà, alimentata dal rimbalzo ciclico. Il Pil è visto in aumento dello 0,8% quest’anno e dell’1,4% nel 2016. Le riforme strutturali, tra le quali un secondo ciclo di riforme del mercato del lavoro, sono considerate essenziali per aumentare la produttività. La politica di bilancio resta nel complesso favorevole, ma le autorità dovrebbe gestire con cura la dinamica fiscale per sostenere la domanda interna. “Non c’è alcuna ragione per cambiare la nostra visione costruttiva sull’Italia considerato che il recupero ciclico si dispiega come previsto – commenta Fabio Fois, strategist di Barclays economics. Che aggiunge: “Ma c’è ancora molto da fare per risolvere i problemi di lungo termine”.
Spiragli di luce
Gli analisti si aspettano che i driver che stanno alimentando la ripresa ciclica, compresi i tassi di interesse bassi, i prezzi del petrolio deboli, il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e una politica di bilancio globalmente neutra, rimangano fermi nei prossimi trimestri. “Prevediamo che il Pil sarà in linea con la nostra previsione di crescita del + 0,8% quest’anno – commenta Fois – Tuttavia, mentre una forte attuazione delle politiche delle autorità ha sostenuto il ritorno di fiducia del settore privato e fattori esterni stanno aiutando il rimbalzo ciclico, profondi problemi strutturali continuano a pesare sulla crescita a lungo termine”. In primo luogo, i costi unitari del lavoro, la cui tendenza è ancora in aumento. “Poiché l’Italia ha uno spazio limitato per comprimere i salari nominali, crediamo che il governo dovrebbe concentrarsi sull’aumento della produttività – spiega l’analista – Infine, riteniamo che si dovrebbe implementare un meccanismo che renda più facile alle aziende attuare misure di flessibilità interna, come alternativa ai licenziamenti“. Ciò contribuirebbe a evitare distruzione del capitale umano e a contenere il costo collettivo delle prestazioni di disoccupazione.
Incognita EM
La ripresa in Italia è stata sostenuta esclusivamente dalla domanda interna. Investimenti ed esportazioni nette hanno invece deluso, suggerendo che l’Italia ha bisogno di migliorare ulteriormente la competitività esterna. Il Pil reale è cresciuto dello 0,3% q/q nel secondo trimestre dopo essere aumentato dello 0,4% nel primo trimestre. Nel frattempo gli investimenti sono diminuiti dello 0,3%, mentre l’incremento delle esportazioni (+1,2%) è stato superato per il secondo trimestre consecutivo dalla crescita delle importazioni (+ 2,2%). “E’ vero che consumi e investimenti privati potrebbero spingere la crescita oltre la nostra previsione nei prossimi mesi – dice Fois – Ma è anche possibile che le esportazioni possano rallentare più di quanto ci aspettiamo, a causa delle difficoltà dei mercati emergenti, tra cui Cina, Brasile e Russia, che rappresentano circa lo 0,4% del Pil“. “Se a oggi il rallentamento delle esportazioni riguarda solo la Russia e, in una certa misura, il Brasile, mentre la Cina rimane vicino a un massimo storico – conclude Fois – Tuttavia l’effetto indiretto derivante da una minore crescita dei partner commerciali più esposti ai mercati emergenti, come la Germania e gli Stati Uniti, potrebbe essere davvero pesante per la nostra economia“.