Notizie Indici e quotazioni Ottobre nero per i mercati: bagno di sangue soprattutto per le big Tech. Analogie e differenze rispetto a discesa febbraio

Ottobre nero per i mercati: bagno di sangue soprattutto per le big Tech. Analogie e differenze rispetto a discesa febbraio

31 Ottobre 2018 17:33

Ottobre è ormai giunto al termine è si conferma come un mese “nefasto” finanziariamente parlando. L’ultimo mese è stato caratterizzato da un forte sell-off sui mercati che ha particolarmente preoccupato gli investitori e i motivi scatenanti sono stati diversi.

C’è chi identifica lo spauracchio Fed come motivo scatenante del sell-off. Il 3 ottobre Jerome Powell ha affermato che “Siamo ancora lontani da tassi neutrali”, parole che probabilmente sono state la premessa per la correzione che sta caratterizzando Wall Street nelle settimane successive.  Per la prima volta dalla crisi Lehman, alla Fed starebbe bene se i mercati finanziari si raffreddassero. Dai verbali della riunione del Fomc del 25-26 settembre emerge che diversi policymaker vedono il rischio di “significativi squilibri finanziari”. Non a casa Donald Trump nelle ultime settimane si è scagliato più volte contro la Fed “caldeggiando” un atteggiamento più accomodante.

Il bagno di sangue scatenato da diversi fattori. Le big Tech tornano sulla terra

Una data da segnare in rosso sul calendario per ottobre 2018 è quella di giorno 10 ottobre con il crollo della borsa di New York che ha visto il Nasdaq Composite subire la maggiore flessione tra gli indici Usa, di circa il 4%, rompendo al ribasso (prima volta da luglio) e l’S&P 500 finito anch’esso in rosso. E via via le giornate che si sono susseguite non sono certo state migliori confermando così il mese di ottobre per gli investitori come un mese da dimenticare, il peggiore per la Borsa Usa dai tempi della crisi finanziari con  il Nasdaq vicino a registrare la peggior performance mensile da ottobre 2008 e il Dow Jones e l’S&P 500 ai minimi rispettivamente dal 2015 e 2010. “È stata una corsa sfrenata per gli investitori e non c’è alcuna garanzia che sia finita”, afferma Craig Erlam, analista di mercato senior di Oanda, in una nota ai clienti. I motivi son diversi e  messi tutti insieme hanno provocato il recente bagno di sangue sui mercati. Il prossimo 6 novembre gli occhi dei mercati saranno puntati sulle elezioni mid-term americane, insieme a una riunione della Fed. Proprio la fine dell’era degli stimoli monetari da parte delle banche centrali causa malumori tra gli investitori ma a causare lo scrollone sui mercati non è solo  la normalizzazione delle politiche monetarie della Fed, ma anche l’ondata di vendite sui titoli hi-tech, da anni principale driver della crescita azionaria a Wall Street e ora al banco degli imputati. Così Amazon ha deluso le attese diffondendo i conti la scorsa settimana a mercati chiusi e dando  stime più prudenti sulla prossima stagione dello shopping natalizio finendo per crollare a Wall Street insieme ad Alphabet, la holding di controllo di Google, anche in questo caso sulla scia di conti trimestrali meno brillanti del solito. I big tech tornano coi piedi per terra in sostanza e questo perchè a detta di molti stanno iniziando a credere che “finiranno colpite dalla guerra commerciale”.

Confronto tra Ottobre e febbraio, difficile che si ripeta risalita verso i massimi

Ottobre quindi si conferma mese della sfortuna e non pochi investitori staranno guardando la somiglianza, in termini di estensione del ribasso con la discesa di febbraio (si vedano i grafici di S&P 500 e MSCI World sotto), finora somigliante.

 

 

“Rimango scettico sul fatto che lo sviluppo possa essere simile (i.e. un rimbalzo importante seguito eventualmente da nuovi ribassi ma alla fine la ripresa del trend rialzista e nuovi massimi) – dice Alessandro Balsotti di JCI Capital – dal momento che siamo ormai in uno stato assai più avanzato nel ciclo di contrazione della liquidità e più maturo del ciclo economico”. “In ogni caso” conclude l’analista “ abbiamo più volte sottolineato come la micro-struttura del mercato, diventata progressivamente sempre più ‘gamma negativa’ in questi anni, abbia una sua capacità autoreferenziale di generare rialzi e ribassi solo sui cambiamenti di sentimenti e sulla price-action stessa”.