L’oro torna in quota 1.700, ma per gli analisti la corsa non è finita

Ancora vendite sull’oro. Come già successo per petrolio e argento, il CME ha alzato i margini per operare sul metallo giallo: per un contratto da 100 once servono ora 9.450 dollari, +27% rispetto ai 7.425 dollari precedenti. La notizia era già nell’aria ieri, quando le quotazioni avevano registrato il maggior ribasso dal 2008 passando dal record di 1.911 dollari ad un minimo di 1.749 dollari. Oggi i prezzi sono tornati in quota 1.700 dollari ed in questo momento scambiano a 1.715 dollari l’oncia.
Oltre che ai provvedimenti delle autorità, gli analisti attribuiscono il poderoso calo alle prese di beneficio, dopo i massimi realizzati negli ultimi mesi. Dall’inizio dell’anno le quotazioni hanno guadagnato più del 20%. A febbraio un’oncia d’ora era scambiata a 1.400 dollari, che sono diventati 1.500 a metà aprile e 1.600 a metà luglio. Ad agosto è stata toccata quota 1.800 e martedì è stata rotta anche la barriera a 1.900.
Sissi Bellomo sul Sole 24 Ore ritiene che la tumultuosa crescita abbia fatto scattare le vendite dei fondi, che fanno affidamento su elaborati algoritmi. “Le vendite sono partite fin da martedì, poco dopo l’ennesimo record, forse in qualche caso addirittura frazioni di secondi dopo il fatidico balzo oltre 1.900 dollari”.
Nonostante alcuni commentatori abbiano paventato il rischio-bolla, la view degli analisti resta improntata all’ottimismo. È di ieri la notizia che BNP Paribas e Ubs hanno alzato le rispettive stime. Secondo gli analisti dell’istituto francese il prezzo medio 2011 si attesterà a 1.635 dollari, contro i 1.510 fissati in precedenza; rivista al rialzo anche il pronostico sul 2012 che passa da 1.600 a 2.080 dollari l’oncia, mentre nel 2013 i prezzi sono attesi a 2.200 dollari.
Secondo Ubs i prezzi dell’oro nel giro di un mese potrebbero salire del 13% a 1.950 dollari ed entro la fine dell’anno dovrebbe essere sfondata quota 2 mila dollari. Sopra i 2 mila dollari anche la stima di Bank of America Merrill Lynch, secondo la quale nei prossimi 12 mesi il metallo supererà la fatidica soglia.
Secondo Ric Spooner, Chief Market Analyst di Cmc Markets, il calo delle quotazioni ha radici più profonde. Spooner ritiene la discesa, “incredibilmente rapida”, potrebbe “incorporare nuove previsioni sulle prossime mosse di Bernanke”. Secondo l’analista il selloff potrebbe esser stato dettato dalla convinzione che il n.1 della Fed Ben Bernanke non annuncerà nuove iniziative di sostegno per l’economia Usa. “Le attese di inflazione hanno rappresentato uno dei driver dei prezzi dell’oro” ed in mancanza di una nuova ondata di liquidità gli operatori starebbero riconsiderando le loro aspettative sulla crescita dei prezzi nei prossimi mesi.