Notizie Notizie Mondo Oro e argento non brillano più. La morte di Osama Bin Laden ferma la corsa dei preziosi

Oro e argento non brillano più. La morte di Osama Bin Laden ferma la corsa dei preziosi

2 Maggio 2011 08:37

Oro e argento non brillano più. Almeno oggi. Tutti i metalli preziosi sono in deciso ridimensionamento questa mattina. E’ la notizia della morte del terrorista Osama bin Muhammad bin Awad bin Laden, più conosciuto come Osama Bin Laden, il capo storico di Al Qaida, e come tale è stato l’uomo più ricercato al mondo negli ultimi dieci anni, ad alimentare le vendite. “E’ un fattore squisitamente emotivo, segnalano nelle sale operative, ma è quanto basta per fermare una cavalcata che sembrava inarrestabile”. Togliere dalla scena mondiale il mandante degli attentati dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York e contro il Pentagono a Washington, il responsabile di alcuni degli attentati più sanguinosi compiuti contro cittadini americani, è una notizia che ridimensiona il carattere “difensivo” di una strategia che punta sui preziosi.


Il Dipartimento di Stato americano aveva messo una taglia di 50 milioni di dollari per la sua cattura “vivo o morto”. Oggi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato all’America e al mondo intero che Osama bin Laden è morto e che gli Stati Uniti hanno il corpo di colui che dall’Fbi era considerato il terrorista numero 1 al mondo. E anche gli investitori ne prendono atto. Il metallo giallo, fresco di nuovo record storico toccato appena venerdì scorso di 1576,52 dollari/oncia, corregge di oltre 24 dollari (-1,5%) per stazionare poco sopra 1.552 dollari. Per gli esperti è un movimento estemporaneo, dettato più dall’emotività che da uno nuovo scenario del mercato. Il ruolo di bene rifugio dell’oro è destinato a durare fino a quando gli Stati Uniti non cominceranno ad aumentare i tassi di interesse. Una mossa che dovrebbe avvenire quando l’economia Usa ricomincerà a tirare.


Sull’oro, conferma anche Patrizio Pazzaglia di Bank Insinger de Beaufort, l’appeal resta intatto. “Non prevediamo grossi scossi, anche se è in fase di ipercomprato. L’inflazione resta sullo sfondo, il dollaro appare orientato ad indebolirsi ancora. Le pressioni ribassiste sul biglietto verde rendono più conveniente per gli investitori esteri l’acquisto di beni quotati in dollari. Tutto questo porta quindi a favorire ulteriormente l’ascesa dell’oro”. Per il metallo di luna il discorso è invece più articolato. Anche l’argento ha avviato la settimana in forte ribasso: la posizione spot è arrivata a perdere il 12,33%, con la quotazione che si è mossa tra 48,15 dollari di massimo e 42,21 dollari di minimo. Vendite tecniche e l’onda emotiva scattata alla notizia della morte di Bin Laden sono i fattori alla base di questo movimento. Ma qui gli esperti di mercato da tempo avevano drizzato le antenne.

 

Da inizio anno l’argento aveva tirato la volata con una cavalcata in grande stile, guadagnando il 45 per cento. “Il dietrofront dell’argento può essere un preludio di una caduta violenta”, avverte anche Pazzaglia che non esclude una fase di volatilità che potrebbe preludere a una correzione dopo l’ascesa impontenente e impetuosa dell’ultimo periodo. “A favorire la correzione ci hanno pensato anche le autorità che stanno pensando di introdurre nuove norme per togliere il fiato alla speculazione e il mercato ne ha preso atto”, aggiunge. Difficile capire se la speculazione soffierà più forte. L’incapacità di reggersi sopra la soglia psicologica dei 48 dollari/oncia ha contribuito i realizzi in un mercato che ha praticamente raddoppiato il proprio valore negli ultimi sei mesi sulla scommessa degli investitori che potesse essere una valida alternativa all’oro, ma più a buon mercato, come rifugio dai rischi degli altri mercati.

Basta dare un’occhiata al grafico per farsi un’idea chiara. Dai minimi di periodo di 8,453 dollari/oncia registrati nell’ottobre 2008 l’argento ha più che raddoppiato il proprio valore (17.960 dollari) lo scorso agosto, per poi accelerare fino a 49,831 dollari appena lo scorso lunedì. Ma adesso il vento potrebbe cambiare, anche se il club degli ottimisti continua a nutrire forti aspettative sull’argento. Dalla sua il metallo di luna può sfruttare la carta della domanda industriale: potrebbe aumentare significativamente grazie ai nuovi usi nel settore dei pannelli solari fotovoltaici. C’è chi è convinto che l’argento potrebbe incarnare benissimo il ruolo di strumento difensivo visto la carenza di offerta. E il motivo è molto semplice: la domanda mondiale di argento supera la produzione annuale dal 1990, un trend che alla fine ha praticamente già esaurito le scorte di metallo disponibili. “Sono diverse le banche pronte a shortare: aspettavano solo il momento giusto che forse oggi è arrivato”, sentenzia un operatore, che dice che Jp Morgan è in agguato. Tra favorevoli e contrarian la partita sull’argento è aperta.