Oro e argento non brillano più. La morte di Osama Bin Laden ferma la corsa dei preziosi
Oro e argento non brillano più. Almeno oggi. Tutti i metalli preziosi sono in deciso ridimensionamento questa mattina. E’ la notizia della morte del terrorista Osama bin Muhammad bin Awad bin Laden, più conosciuto come Osama Bin Laden, il capo storico di Al Qaida, e come tale è stato l’uomo più ricercato al mondo negli ultimi dieci anni, ad alimentare le vendite. “E’ un fattore squisitamente emotivo, segnalano nelle sale operative, ma è quanto basta per fermare una cavalcata che sembrava inarrestabile”. Togliere dalla scena mondiale il mandante degli attentati dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York e contro il Pentagono a Washington, il responsabile di alcuni degli attentati più sanguinosi compiuti contro cittadini americani, è una notizia che ridimensiona il carattere “difensivo” di una strategia che punta sui preziosi.
Il Dipartimento di Stato americano aveva messo una taglia di 50 milioni di dollari per la sua cattura “vivo o morto”. Oggi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato all’America e al mondo intero che Osama bin Laden è morto e che gli Stati Uniti hanno il corpo di colui che dall’Fbi era considerato il terrorista numero 1 al mondo. E anche gli investitori ne prendono atto. Il metallo giallo, fresco di nuovo record storico toccato appena venerdì scorso di 1576,52 dollari/oncia, corregge di oltre 24 dollari (-1,5%) per stazionare poco sopra 1.552 dollari. Per gli esperti è un movimento estemporaneo, dettato più dall’emotività che da uno nuovo scenario del mercato. Il ruolo di bene rifugio dell’oro è destinato a durare fino a quando gli Stati Uniti non cominceranno ad aumentare i tassi di interesse. Una mossa che dovrebbe avvenire quando l’economia Usa ricomincerà a tirare.
Basta dare un’occhiata al grafico per farsi un’idea chiara. Dai minimi di periodo di 8,453 dollari/oncia registrati nell’ottobre 2008 l’argento ha più che raddoppiato il proprio valore (17.960 dollari) lo scorso agosto, per poi accelerare fino a 49,831 dollari appena lo scorso lunedì. Ma adesso il vento potrebbe cambiare, anche se il club degli ottimisti continua a nutrire forti aspettative sull’argento. Dalla sua il metallo di luna può sfruttare la carta della domanda industriale: potrebbe aumentare significativamente grazie ai nuovi usi nel settore dei pannelli solari fotovoltaici. C’è chi è convinto che l’argento potrebbe incarnare benissimo il ruolo di strumento difensivo visto la carenza di offerta. E il motivo è molto semplice: la domanda mondiale di argento supera la produzione annuale dal 1990, un trend che alla fine ha praticamente già esaurito le scorte di metallo disponibili. “Sono diverse le banche pronte a shortare: aspettavano solo il momento giusto che forse oggi è arrivato”, sentenzia un operatore, che dice che Jp Morgan è in agguato. Tra favorevoli e contrarian la partita sull’argento è aperta.