Anche oggi brividi per Lisbona e Atene. Corrono i rendimenti dei bond. Inchiesta Ue sui Cds
Scintille anche oggi per il mercato dei titoli di Stato. Basta lanciare un’occhiata rapida al Portogallo e alla Grecia per capire che, anche in una giornata scarica di liquidità, complice il lungo ponte festivo di Pasqua, le nozze reali e il bank holiday di lunedì prossimo, le tensioni restano sovrane. Ha toccato un nuovo massimo storico il premio di rendimento dei titoli di Stato portoghesi a dieci anni. L’interesse è balzato al record del 9,76%. Sono ritornati su livelli record anche i premi di rendimento dei bond ellenici. L’interesse sui titoli a due anni è salito al 26,01%, mentre quello sui titoli decennali ha toccato il 16,01% prima di ripiegare al 15,93%. Lo spread tra il decennale greco e il corrispettivo bund tedesco si attesta a 1.275 punti, mercoledì 27 aveva segnato il record dall’introduzione dell’euro a 1.307 punti.
“Passano i giorni, ma senza risposte alle problematiche più urgenti della crisi del debito sovrano il nervosismo non può che peggiorare”, segnalano alcuni operatori a Milano. Lisbona, che sperava in una svolta rapida sul fronte aiuti targato Unione europea e Fondo monetario internazionale, dovrà aspettare almeno la metà di maggio e soprattutto aspettare che venga sciolto il nodo finlandese prima di poter tirare un sospiro di sollievo. “Il piano di salvataggio per il Portogallo sarà pronto entro il 16 maggio”, ha assicurato il primo ministro portoghese ad interim, Jose Socrates. “Dobbiamo fare uno sforzo per raggiungere un accordo che possa essere presentato all’incontro Ecofin del 16 maggio”, ha aggiunto Socrates, specificando di non dubitare che la Finlandia voterà a favore del piano di aiuti al Portogallo.
Bisogna scorrere il dito sul calendario fino allo scorso 6 aprile per ricordarsi che Lisbona quel giorno ha chiesto assistenza finanziaria all’Unione europea, ma l’esito del test elettorale in Finlandia che ha visto l’exploit del partito euroscettico di estrema destra dei Veri Finlandesi ha messo in forse il salvataggio finanziario del Portogallo. Per ora il partito euroscettico di estrema destra dei Veri Finlandesi resta sulle sue posizioni: è contrario, ha ammesso il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. “Non ci sono problemi nelle trattative, ma abbiamo un problema Finlandia”, ha aggiunto, auspicando che “entro metà maggio possa essere approntato un pacchetto che riceva il benestare anche dai nostri amici finlandesi”.