L’oro abbatte un nuovo record, per gli esperti il ballo del lingotto continuerà ancora
E’ ancora l’oro a dettare legge nei portafogli di investimento. Stamattina il metallo giallo è stato da record lanciandosi a quota 1.300 dollari l’oncia. A sostenere la corsa del metallo aurifero i timori relativi all’economia globale che stanno spingendo gli investitori verso il bene rifugio per eccellenza. L’exploit del metallo giallo ha contagiato anche l’argento ai massimi dal marzo 2008. Un’ascesa che secondo gli addetti di mercato è destinata a continuare, per molto tempo.
La maggior parte degli analisti è convinto che il rialzo dei metalli preziosi sia destinato a durare perché affonda le radici in un mix di fattori, che si confermeranno tali anche nei prossimi mesi. Quali sono? Calo del dollaro, rinnovati timori sulla reale ripresa dell’economia americana, possibili acquisti delle banche centrali di mezzo mondo e la chiusura di alcune linee produttive in grandi miniere sosterranno la corsa aurifera, dicono a più voci.
Secondo gli esperti di Citigroup il metallo prezioso è destinato a stupire ancora, proseguendo nel suo rally fino a quota 1,340 dollari l’oncia. Per gli gli analisti di Unicredit il suo potenziale è ancora più grande: l’anno prossimo gli esperti della banca di Piazza Cordusio prevedono che l’oro possa toccare la soglia dei 1,400 dollari l’oncia per arrivare a 1,600 dollari nel 2012.
E non c’è da stupirsi: i numeri che hanno accompagnato l’ascesa dell’oro nei portafogli è stata sostenuta da una incredibile richiesta. A livello globale solo nel secondo trimestre del 2010, la domanda di questo metallo prezioso è cresciuta del 34% rispetto all’anno scorso. Il motivo? Le decisioni assunte dalla Fed, la forte richiesta di metalli minerari da parte dei paesi emergenti, Cina in testa, e l’allargamento degli spreads dei Cds in Europa sono i fattori che hanno alimentato la corsa del metallo, spiegano gli analisti.
In realtà se si allarga l’orizzonte temporale salta all’occhio che il file rouge tra investitori e oro ha una lunga storia di precedenti. Negli ultimi 10 anni i prezzi del metallo prezioso sono quintuplicati. Questo in parte è successo per i continui timori di inflazione. Di recente – hanno spiegato alcuni osservatori – il rally è stato però sostenuto da una forza opposta, ovvero le preoccupazione di una deflazione.
“L’oro di per sé non protegge né dall’inflazione né dalla deflazione ma è in grado di reggere e registrare buone perfomance in ambedue gli scenari”, ha scritto recentemente il Financial Times, sottolineando come la corsa dell’oro sia stata innescata dagli acquisti effettuati dalle banche centrali, la cui maggiore preoccupazione era la possibilità che si verificasse uno scenario deflattivo.
“L’oro è considerato resistente ai periodi di stress finanziario. E vanta una caratteristica che nessun altro investimento può garantire: occupa un posto nella psiche umana. E’ stato, infatti, unità monetaria globale per circa 2.500 anni e gioca un ruolo significativo nel linguaggio, nella tradizione e nella religione”. Cambiano i tempi, ma certe abitudini resistono.