Orcel ha in serbo un piano Unicredit più aggressivo, ampio spazio per dividendi più generosi
Tra una settimana esatta, il 9 dicembre, Unicredit svelerà il nuovo piano targato Andrea Orcel. Dopo la rottura delle trattative con MPS, le attenzioni sono tutte rivolte alle strategie che Orcel intende mettere in atto per dare nuovo fiato alla crescita del gruppo e sulla politica di remunerazione dei soci.
Non solo tagli
I primi rumor sui contenuti del piano Orcel indicano un nuovo round di tagli in arrivo. L’agenzia Bloomberg anticipa la possibilità di tagli per 3mila unità circa che dovrebbero riguardare sia l’Italia che l’estero, che si aggiungono ai 3.900 che devono ancora essere attuati dal precedente piano strategico della banca. Dovrebbe trattarsi comunque di uscite su base volontaria, da attuare tramite prepensionamenti e con la previsione di nuove assunzioni.
L’intento di Orcel sarebbe quello di orientarsi verso la crescita e allontanarsi dall’era di ristrutturazione che ha caratterizzato la precedente gestione Mustier.
Ieri gli analisti di Deutsche Bank hanno aggiunto il titolo Unicredit tra le loro top pick rimarcando come la banca di piazza Gae Aulenti sia una storia di “auto-aiuto attraverso la riduzione della complessità del gruppo, l’accelerazione della crescita dei ricavi e l’aumento del rendimento del capitale, con la compravendita di azioni a un notevole sconto di valutazione”.
Cosa attendersi dal piano del 9 dicembre
Equita SIM si aspetta che il nuovo piano indici una dinamica dei ricavi trainata dalla componente commissionale, che – dopo l’eccellente andamento del 2021 – potrebbe mantenere un solido percorso di crescita (2020-24 CAGR 4%), anche grazie alla razionalizzazione degli accordi commerciali nell’asset management e nella bancassurance. “Dall`altro lato, ci aspettiamo che, nonostante una dinamica positiva sul fronte delle erogazioni e una progressiva riduzione dell`impatto negativo causato dall`eccesso di liquidità, l’NII ritorni sui livelli 2020 solo a fine piano, considerando il graduale venir meno del contributo da TLTRO e una continua compressione dei tassi sul back book”, argomenta la sim milanese.
La dinamica dei costi è attesa sotto controllo, con ulteriori efficienze operative (vedi rumor Bloomberg su tagli per 3mila unità), compensate da maggiori investimenti in innovazione e digitalizzazione (cost/income atteso in area 55%).
La sim milanese stima che utile netto di Unicredit raggiunga i 4,2 miliardi di euro nel 2024 dai 3,7 mld attesi a fine 2021, beneficiando di minori oneri sistemici per il venir meno delle contribuzioni ex ante al SRF post 2023. Stimato un CAGR dell’1% dei ricavi nel corso del piano raggiungendo i 18,2 mld nel 2024, mentre i profitti operativi sono visti salire del 2% medio anno arrivando a 8,2 mld nel 2024. Infine, il dividendo è visto a 0,171 euro per azione rispetto ai 0,187 indicati dal consensus.
“Unicredit ha a nostro avviso ampio spazio per rafforzare la propria dividend policy attraverso un incremento del payout ratio (ad oggi al 50% tra dividendo e buyback)”, rimarca Equita che ha rating buy su UCG con tp a 13,6 euro.