Notizie Notizie Italia Operazione taglia debito: dopo la proposta di Grilli, ecco l’idea Amato-Bassanini

Operazione taglia debito: dopo la proposta di Grilli, ecco l’idea Amato-Bassanini

8 Agosto 2012 07:51

Abbattere l’enorme debito pubblico che grava sull’Italia è uno dei temi più discussi negli ultimi mesi da economisti, ministri ed esponenti politici. La montagna sfiora i 2.000 miliardi di euro e, precisamente, a maggio ha fatto segnare il nuovo record a 1.966,3 miliardi di euro. Il primo ad indicare la via per portare il debito sotto quota 100 in rapporto al Pil è stato Vittorio Grilli in un’intervista rilasciata qualche mese fa al Corriere della Sera. Lo strumento citato dal ministro dell’Economia è un piano di dismissioni di beni pubblici per 15-20 miliardi di euro l’anno. E i compratori? Qualche settimane fa si vociferava che Grilli fosse già in contatto con le banche d’affari e con i fondi interessanti, specialmente statunitensi e arabi.
 
Il piano del Governo riguarda anche la vendita di alcuni immobili dello Stato, tra i quali dovrebbero far parte molte caserme. Un altro capitolo riguarda le 6.800 società controllate da Comuni, Province e Regioni. Come più volte ribadito dal premier Monti, dal piano di dismissioni staranno fuori le quote possedute dallo Stato nei colossi pubblici quotati a Piazza Affari: Eni, Enel e Finmeccanica.

Oggi, sempre il Corriere della Sera, svela la proposta ideata da Giuliano Amato e Franco Bassanini, il presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Il piano, ideato con l’appoggio del Centro studi Astrid, prevede un incasso di 150-200 miliardi di euro entro il 2017 e altri 150 miliardi nei successivi 5 anni.
 
L’idea Amato-Bassanini è articolata in sei mosse, come riportato dal quotidiano di Via Solferino: cessione di immobili; capitalizzazione delle concessioni, ad esempio le lotterie; valorizzazione delle partecipate statali; imporre agli enti previdenziali degli ordini professionali di incrementare i loro investimenti in titoli di Stato a lunga scadenza; maggiore recupero dei capitali portati illegalmente in Svizzera; incentivi ad allungare le scadenze medie del debito pubblico.