Monti al Wsj: con governo precedente spread a 1200 punti. Pdl frena il premier alla camera
La rabbia del Popolo della Libertà fa saltare in Parlamento un voto sulla spending review. Il governo Monti è andato sotto in una votazione alla Camera su un ordine del giorno del decreto, riguardante la sicurezza. Una ripicca da parte del partito di Berlusconi, offeso contro quella che il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto ha definito una “provocazione stupida e inutile” e il tesoriere del gruppo Pietro Laffranco una “sacrosanta sciocchezza”. Ovvero, contro le parole pronunciate dal premier in un’intervista rilasciata a luglio al Wall Street Journal e pubblicata oggi sull’edizione on line: “Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile“.
A nulla sono valse le precisazioni dei portavoce del governo, secondo cui tale affermazione non voleva essere offensiva ma era il semplice frutto di una proiezione sulla base dei dati che tutti conoscono: “E’ noto”, dicono da Palazzo Chigi, “che lo spread in sei mesi era salito dai 150 punti base di maggio ai 550 di novembre”. Se nulla fosse cambiato, e non fossero state prese misure in totale discontinuità con il governo precedente – è la tesi espressa da Monti al quotidiano americano – il trend avrebbe portato lo spread intorno ai 1200 punti.
Ma, bando alla matematica, con il voto contrario di oggi “lo abbiamo fatto apposta, abbiamo voluto lanciare un segnale“, dichiara il tesoriere Pdl Laffranco. Un atto di forza, per far capire al premier che il manico del coltello lo tiene pur sempre la maggioranza parlamentare. “Mentre il Parlamento vota fiducie a raffica – aggiunge il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri – sarebbe bene che il comportamento di Monti fosse più equilibrato e rispettoso. Ci si potrebbe anche stufare, prima o poi”, minaccia.
L’ex ministro Renato Brunetta invece scherza, fingendo di credere in un “colpo di sole”, e poi incalza Monti sul sentiero delle riforme dandogli forse, velatamente, del “fannullone”. “Per la storia basti ricordare che con il governo Berlusconi sono state varate manovre per 265 miliardi, rispetto ai 65 miliardi del governo Monti”, ricorda Brunetta.
L’ex ministro Renato Brunetta invece scherza, fingendo di credere in un “colpo di sole”, e poi incalza Monti sul sentiero delle riforme dandogli forse, velatamente, del “fannullone”. “Per la storia basti ricordare che con il governo Berlusconi sono state varate manovre per 265 miliardi, rispetto ai 65 miliardi del governo Monti”, ricorda Brunetta.
Nell’intervista al quotidiano statunitense, il premier Mario Monti aveva sottolineato che “gli spread sono ancora alti perché il nostro debito è oggettivamente molto alto e i mercati hanno iniziato a realizzare drammaticamente che il governo dell’eurozona è debole”.
Per questo “le riforme fatte finora dal governo non bastano a rimettere l’Italia in forma, occorre che mettano bene radici nei comportamenti degli italiani in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile”.
“Spero che il mio governo possa aiutare a cambiare la mentalità degli italiani” – ha anche detto il presidente del Consiglio, “ci sono degli aspetti – come la solidarietà spinta a livello di collusione – che sono alla base di comportamenti come l’evasione fiscale”.
Per questo “le riforme fatte finora dal governo non bastano a rimettere l’Italia in forma, occorre che mettano bene radici nei comportamenti degli italiani in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile”.
“Spero che il mio governo possa aiutare a cambiare la mentalità degli italiani” – ha anche detto il presidente del Consiglio, “ci sono degli aspetti – come la solidarietà spinta a livello di collusione – che sono alla base di comportamenti come l’evasione fiscale”.