Ok al Dpb, ora attesa per manovra da 23 MLD. Draghi pronto a nuove misure anti caro-bolletta. Cosa succede a Quota 100 e reddito cittadinanza
L’ossatura della prima manovra Draghi è pronta: ieri il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità al Documento programmatico di bilancio (Dpb), che ora sarà inviato a Bruxelles. Serviranno tuttavia ancora un po’ di giorni per la versione definitiva del documento, che porterà alla nascita della legge di bilancio ufficiale del governo italiano per il 2022.
Le anticipazioni non mancano: si tratta di una manovra da 23 miliardi, di cui 8 miliardi destinati al taglio delle tasse.
Ma pomo della discordia si conferma fin da subito Quota 100, su cui la Lega di Matteo Salvini, ancor più in quanto ammaccata dall’esito delle ultime elezioni amministrative, punta i piedi.
Come riporta l’Ansa, la Lega ha già messo a verbale la sua ‘riserva politica’ sulla proposta del ministro Daniele Franco di un’uscita da quota 100 in due step, con quota 102 nel 2022 e quota 104 nel 2023″. Il Sole 24 Ore ha scritto che “già nella riunione mattutina della cabina di regia il ministro Giancarlo Giorgetti avrebbe proposto di limitare Quota 102 ai soli dipendenti pubblici prevedendo un sistema di uscite maggiormente flessibile per il settore privato. Nel pomeriggio poi i ministri leghisti hanno preso le distanze dal pacchetto previdenziale proposto da Franco, e condiviso dal premier”
In generale “pensioni, riforma degli ammortizzatori sociali, revisione dei bonus e dei criteri del reddito di cittadinanza, le modalità del taglio del cuneo fiscale, sono i temi principali che dividono le delegazioni al governo”.
Draghi: misure di lungo periodo contro caro-bolletta
Stamattina, il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto intanto al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio Ue, rassicurando gli italiani dall’incubo del caro-bolletta, scatenato dai continui balzi dei prezzi del petrolio e del gas naturale.
“Un altro tema che tratteremo questa settimana è quello dell’energia. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell’elettricità. Questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici, e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili. Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette – ha ricordato Draghi -Lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema. Poche settimane fa, siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi, per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Si tratta di misure immediate, a cui dovranno necessariamente seguirne altre di lungo periodo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un’eccessiva volatilità dei prezzi”.
Il presidente del Consiglio ha anche detto che “il Governo italiano ha sollecitato la Commissione a esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria con misure di medio periodo. Questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito. La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre. Il nostro obiettivo di medio termine resta quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l’utilizzo di fonti rinnovabili. Vogliamo procedere con la transizione ambientale e rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti per il 2030 e il 2050. Allo stesso tempo, lo Stato deve tutelare le fasce più deboli della popolazione dai costi della trasformazione energetica e assicurarsi che i tempi della transizione siano compatibili con le capacità di adattamento delle aziende”.
Ancora, il premier ha tenuto a sottolineare che “per fare la transizione ecologica e transizione digitale non ci sono alternative all’intervento dello Stato, non può che essere pienamente impegnato altrimenti se non c’è lo Stato queste due transizioni non avverranno. Questo vale anche per i rapporti con i nostri partner europei per le molte regole che sono state sospese in questo momento (Patto di stabilità e di crescita). Sicuramente ci saranno altre occasioni, ma questo è forse il punto fondamentale che bisogna affrontare nella discussione sulla ricostruzione di queste regole”.
Il contenuto del Dpb in vista della prima manovra Draghi
Così si legge nel comunicato stampa diramato dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, che dato l’ok al Dpb:
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ‘Documento programmatico di bilancio per il 2022’, che illustra le principali linee di intervento che verranno declinate nel disegno di legge di bilancio e gli effetti sui principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica. Il documento, in via di trasmissione alle autorità europee ed al Parlamento italiano, prende come riferimento il quadro programmatico definito nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia Finanza 2021 e quantifica le misure inserite nella manovra di bilancio. La manovra di bilancio ha l’obiettivo di sostenere l’economia nella fase di uscita dalla pandemia e rafforzare il tasso di crescita nel medio termine. Si mira inoltre a ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese”.
I principali interventi, recita ancora il comunicato,riguardano i seguenti ambiti:
- FISCO: si prevede un primo intervento di riduzione degli oneri fiscali; il rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax; il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile. Si stanziano risorse per contenere gli oneri energetici nel 2022.
- INVESTIMENTI PUBBLICI: vengono previsti stanziamenti aggiuntivi per le amministrazioni centrali e locali dal 2022 al 2036; viene aumentata la dotazione del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2022-2030; vengono stanziate risorse per il Giubileo di Roma e per le Olimpiadi di Milano-Cortina.
- INVESTIMENTI PRIVATI E IMPRESE: sono prorogate e rimodulate le misure di transizione 4.0 e quelle relative agli incentivi per gli investimenti immobiliari privati. Vengono rifinanziati il Fondo di Garanzia Pmi, la cosiddetta ‘Nuova Sabatini’ e le misure per l’internazionalizzazione delle imprese.
- SANITÀ: il Fondo Sanitario Nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. Nuove risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia COVID-19.
- SCUOLA, RICERCA E UNIVERSITÀ: viene aumentata la dotazione del Fondo di Finanziamento ordinario per l’Università e del Fondo Italiano per la Scienza e viene creato un nuovo fondo per la ricerca applicata. Le borse di studio per gli specializzandi in medicina vengono portate in via permanente a 12.000 l’anno. Viene disposta la proroga fino a giugno dei contratti a tempo determinato stipulati dagli insegnanti durante l’emergenza Covid-19.
- REGIONI ED ENTI LOCALI: viene incrementato il Fondo per il Trasporto Pubblico Locale e vengono stanziate risorse aggiuntive per gli enti locali per garantire i livelli essenziali a regime per asili nido e per la manutenzione della viabilità provinciale.
- POLITICHE SOCIALI: Il livello di spesa del Reddito di cittadinanza viene allineato a quello dell’anno 2021, introducendo correttivi alle modalità di corresponsione e rafforzando i controlli. Vengono previsti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario, e si dà attuazione alla riforma degli ammortizzatori sociali. Il congedo di paternità di 10 giorni viene reso strutturale.
Tornando ai nodi da sciogliere ancora, al termine del Consiglio dei Ministri il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti si è così espresso, riferendosi al destino di Quota 100:
“Sulle pensioni ci sono diverse ipotesi in ballo, ma questa sera nessuna decisone su quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero”.
Su quest’ultimo punto ha cantato vittoria il leader della Lega Salvini:
“Lavori in corso su reddito di cittadinanza e pensioni, la Lega è impegnata per tutelare i lavoratori precoci e quelli delle piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato. In più c’è soddisfazione per i 7 miliardi di taglio alle tasse e per la difesa dell’impianto delle pensioni: nessun ritorno alla Fornero”, ha detto.
Oggi il Sole 24 Ore, riguardo al nodo Quota 100 scrive che “secondo alcune stime tecniche anche di fonte sindacale, Quota 102 potrebbe complessivamente interessare non più di 50mila lavoratori perché a questa misura continuerebbero a non accedere i lavoratori rimasti esclusi per età da Quota 100 (62 anni la soglia anagrafica e 38 anni quella dei versamenti): a beneficiarne sarebbe quindi chi non ha potuto utilizzare l’intervento simbolo del ‘Conte 1’ perchè non in possesso dell’anzianità contributiva necessaria. Ancora più ristretta si presenta la platea di Quota 104, che dovrebbe scattare con pensionamenti con almeno 66 anni d’età e 38 di contributi, anche se non è escluso un meccanismo variabile per i due requisiti. Tutte opzioni che non soddisfano i sindacati che chiedono al governo un incontro urgente”.
Il leader del M5S Giuseppe Conte è pronto invece a esultare per un miliardo in più di risorse per il reddito di cittadinanza nel 2022, che porta il finanziamento complessivo del prossimo anno a quota 8,8 miliardi, sui livelli complessivamente finanziati per il 2021.