Notizie Notizie Mondo Ocse: “Prospettive di crescita globale sempre più a rilento”

Ocse: “Prospettive di crescita globale sempre più a rilento”

29 Novembre 2023 13:18

Dall’Economic Outlook dell’Ocse emerge che le economie avanzate si stanno dirigendo verso un rallentamento della crescita economica sempre più profondo a causa dei tassi di interesse, attualmente sui massimi da due decenni. La stretta monetaria delle banche centrali incide pesantemente sulle prospettive di crescita economica dei paesi occidentali e le stime per il prossimo anno potrebbero peggiorare nel caso di scenari avversi.

“Nel lungo termine, le nostre proiezioni mostrano un aumento significativo del debito pubblico, in parte come risultato di un ulteriore rallentamento della crescita. Sono necessari sforzi maggiori per ricostruire il margine di bilancio, anche stimolando la crescita. Per garantire una crescita più forte, dobbiamo stimolare la concorrenza, gli investimenti e le competenze e migliorare la cooperazione multilaterale per affrontare le sfide comuni, come il rinvigorimento dei flussi commerciali globali e la realizzazione di azioni trasformative sui cambiamenti climatici”. Ha commentato il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann.

Ocse, la crescita globale rallenta notevolmente

“La crescita economica sta perdendo slancio in molti paesi e non migliorerà fino al 2025”, si legge nel report dell’Ocse, “quando i redditi reali si riprenderanno dallo shock inflazionistico e le banche centrali avranno iniziato a tagliare il costo del denaro.”

L’organizzazione con sede a Parigi prevede che il prodotto interno lordo (Pil) globale crescerà solo del 2,7% nel 2024, dopo un debole 2,9% nel 2023. Secondo l’analisi, il ritmo dell’espansione economica globale aumenterà solo fino al 3% nel 2025.

Inoltre, l’Ocse ha evidenziato l’impatto dei rischi legati alle crescenti tensioni geopolitiche, le prospettive incerte per il commercio globale e il rischio che una politica monetaria restrittiva possa danneggiare le imprese, la spesa dei consumatori e l’occupazione più del previsto.

“L’inflazione si sta attenuando, ma la crescita sta rallentando”, ha affermato in una nota, Clare Lombardelli, Capo Economista dell’Ocse. “Stiamo prevedendo un “soft-landing” ovvero atterraggio morbido per le economie avanzate, ma non possiamo avere la certezza”.

La prospettive di crescita cupe sono una conseguenza della crisi inflazionistica globale in seguito alla pandemia e la successiva impennata dei prezzi dell’energia dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le banche centrali hanno reagito con degli aumenti dei tassi più rapidi nella storia, e hanno indicato che potrebbero rimanere su livelli elevati per più tempo del previsto.

Le previsioni sull’inflazione

L’Ocse prevede che le pressioni sui prezzi al consumo continueranno a ridursi gradualmente raggiungendo eventualmente gli obiettivi delle banche centrali nella maggior parte delle economie entro il 2025, a fronte della moderazione delle pressioni sui costi. L’organizzazione con sede a Parigi prevede, che l’inflazione dei prezzi al consumo nei paesi OCSE diminuirà dal 7% nel 2023 al 5,2% nel 2024 e al 3,8% nel 2025.

“L’economia globale continua a confrontarsi con le sfide sia della bassa crescita che dell’elevata inflazione, con un lieve rallentamento l’anno prossimo, principalmente a causa del necessario inasprimento della politica monetaria negli ultimi due anni. L’inflazione è diminuita rispetto ai picchi dello scorso anno. Ci aspettiamo che l’inflazione torni agli obiettivi delle banche centrali entro il 2025 nella maggior parte delle economie”, ha affermato Cormann.

Previsioni di crescita USA, Eurozona e Cina

La crescita del Pil negli Stati Uniti è prevista al 2,4% nel 2023, per poi rallentare all’1,5% nel 2024, per poi riprendere leggermente all’1,7% nel 2025 in seguito all’allentamento della politica monetaria. Nella zona euro, particolarmente colpita dalla guerra della Russia contro l’Ucraina e dallo successivo shock causato dai prezzi energetici, la crescita del Pil secondo le previsioni sarà ancora più modesta rispetto a quella negli Stati Uniti. Secondo l’Ocse l’Eurolandia crescerà dello 0,6% nel 2023, per poi salire allo 0,9% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.

Le previsioni sulla crescita economica della Cina prevedono invece un +5,2% nel 2023, prima che la crescita scenda al 4,7% nel 2024 e al 4,2% nel 2025 sulla scia delle continue tensioni nel settore immobiliare e dei tassi di risparmio delle famiglie persistentemente elevati.

Italia, la crescita del Pil rivista al ribasso

Per quanto riguarda l’Italia, l’Ocse prevede che la crescita del Pil rallenterà allo 0,7% sia nel 2023 che nel 2024, per poi risalire modestamente all’1,2% nel 2025. La bassa crescita salariale e l’elevata inflazione hanno eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie si sono inasprite e la maggior parte del sostegno fiscale ha riguardato la crisi energetica, già superata, pesando sui consumi privati e sugli investimenti. Si legge nel report dell’Ocse. Il previsto calo dell’inflazione, i tagli delle imposte sul reddito e la ripresa degli investimenti pubblici legati ai fondi New Generation EU compenseranno solo in parte questi ostacoli. I rischi sono orientati al ribasso.

Il principale rischio al ribasso è un inasprimento delle condizioni finanziarie maggiore del previsto a causa della politica monetaria più restrittiva dell’area euro o di un aumento del premio per il rischio sui titoli di Stato italiani. D’altro canto, una significativa ripresa degli investimenti pubblici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbe stimolare la crescita nel 2024 e nel 2025.