Ocse lima stime Italia su “incertezze su scelte politiche e tassi più alti”
Mentre il mercato continua a monitorare da vicino l’Italia in attesa di conoscere i dettagli sulla Legge di Bilancio che verrà varata dal governo Lega-Movimento 5 Stelle, l’Ocse lima le previsioni di crescita dell’economia italiana. “Una crescita più moderata è probabile in Italia, con le incertezze sulle scelte politiche, più alti tassi di interesse e più lenta creazione di posti di lavoro che frenerà la spesa e i consumi delle famiglie”. Queste le ragioni addotte dall’organizzazione con sede a Parigi che nell’Interim economic outlook ha rivisto al ribasso le previsioni sul Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia che dovrebbe crescere quest’anno al ritmo dell’1,2% rispetto all’1,4% indicato a maggio. E’ stata, invece, confermata la stima di crescita dell’1,1% per l’anno prossimo.
Il messaggio lanciato dal nuovo capo economista dell’Ocse, Laurence Boone, all’indirizzo dell’esecutivo giallo-verde è di proseguire sulla strada delle riforme che sono “cruciali per la crescita”. “Molte riforme sono state fatte dal precedente governo. E’ vitale che queste riforme continuino” perché l’Italia deve “andare avanti sul cammino della crescita”, ha dichiarato l’economista, secondo il quale per rilanciare gli investimenti è necessaria fiducia nelle politiche fiscali e il controllo della spesa pubblica.
Allargando lo sguardo, dall’Ocse si attendono una crescita del Pil mondiale al ritmo del 3,7% sia nel 2018 sia nel 2019. ” L’escalation delle tensioni commerciali, l’inasprimento delle condizioni finanziarie nei mercati emergenti e i rischi politici potrebbero ulteriormente compromettere una crescita forte e sostenibile a medio termine in tutto il mondo”, sottolineano dall’Ocse. Per la zona euro “le preoccupazioni sulla stabilità fiscale e finanziaria permangono a causa dell’incertezza sulle scelte politiche, tra cui quelle in Italia e sul futuro accordo tra il Regno Unito e il resto dell’Unione europea”. In particolare, Laurence Boone reputa la Brexit come una delle principali fonti di incertezza, affermando che è “vitale” il raggiungimento di un accordo per mantenre uno stretto rapporto tra Unione europea e Gran Bretagna, mentre l’Italia è un paese da tenere d’occhio, citando la scarsa crescita del Paese e l’alto livello di indebitamento.
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