Barack Obama ha raggiunto Washington, dove si insedierà ufficialmente da domani alla Casa Bianca. In quello che può essere considerato il suo esordio popolare come presidente, un discorso al Lincoln Memorial davanti a 200mila persone riunite per un maxi-concerto in suo onore, Obama non ha nascosto la durezza della sfida davanti alla quale si trova l’economia americana, sottolineando che potrebbe non bastare un anno per uscirne.
L’entrata di Obama alla Casa Bianca è tuttavia portatrice di grandi speranze. Il piano di stimolo all’economia proposto dal presidente eletto sarà il più ampio di sempre, con una potenza di fuoco salita da 775 a 825 miliardi di dollari, dei quali 550 di spese e 275 di sgravi fiscali. E intanto già si pensa a nuovi interventi in favore delle banche, con l’ipotesi della creazione di una banca federale che comprerà gli asset a rischio presenti nei bilanci degli istituti.
Anche i mercati puntano molto sulle manovre di sostegno promesse dal presidente eletto. L’analisi più recente in questo senso arriva dagli analisti di Scottish Widows Investment Partnership’s (SWIP’s). In una nota pubblicata venerdì scorso gli analisti chiariscono di ritenere che il piano darà ottimi risultati nel lungo periodo e che soprattutto il settore delle infrastrutture beneficierà di grandi investimenti. “Accogliamo molto positivamente il piano di Obama – spiega Nick Ford, US Equities Fund Manager di Swip – tuttavia l’attuale stato dell’economia Americana rallenterà la spesa in infrastrutture nel breve periodo, malgrado i benefici fiscali accordati dal Congresso.” Non mancano però i punti caratterizzati da maggiore incertezza. Se l’analisi di Swip è infatti molto positiva nei confronti delle aziende produttrici di beni durevoli, per contro è molto più cauta con riferimento alle aziende produttrici di beni di consumo. Queste ultime secondo l’opinione dei gestori della casa scozzese non godranno degli stessi effetti positivi del piano Obama.
La promessa del piano Obama è di portare alla creazione di un massimo di 4 milioni di posti di lavoro.Nel week-end tuttavia sono giunte nuove notizie negative circa lo stato di salute dell’economia americana, con particolare riguardo al fronte occupaizonale. Il colosso dei microprocessori Advanced Micro Devices ha annunciato 1100 licenziamenti, pari al 9% della forza lavoro. ConocoPhillips taglierà 1350 posti (il 4% del totale) e Pfizer licenzierà 2400 dipendenti. Infine la società di autonoleggio Hertz ha ridotto il suo organico del 13% per 4mila unità. Non bastasse è scattata la liquidazione per la catena di elettronica di consumo Circuit City. Oltre 30mila lavoratori resteranno senza posto.