Nuovo stop per Wall Street dopo il crack di American Home, l’Asia segue

Ancora una seduta di forte ritracciamento dopo il rimbalzo della sessione precedente, per Wall Street, alle prese con un nuovo capitolo della crisi dei mutui. Ieri a lanciare l’allarme, e a far cadere nuovamente i listini americani, reduci dalla peggiore ottava dal 2003, ci ha pensato l’allarme lanciato da American Home Mortgage. La società, uno dei colossi statunitensi dell’erogazione di mutui, ha annunciato la sospensione dei finanziamenti sui mutui, non escludendo persino la liquidazione delle sue attività.
La conseguenza è stata una caduta verticale del titolo della società, arrivato a perdere il 90%, che ha trascinato con se anche i maggiori indici. Il Dow Jones ha chiuso in calo dell’1,1%, lo S&P500 dell’1,26% e il Nasdaq Composite dell’1,43%.
Il caso di American Home Mortgage è sintomatico di un’estensione della cosiddetta crisi dei mutui, già allargatasi al credito nel suo complesso, che dopo le società specializzate nell’erogazione di prestiti ipotecari potrebbe intaccare anche le banche commerciali. Nella notte l’americana Bear Stearns e l’australiana Macquarie Bank hanno avvertito che alcuni dei loro fondi potrebbero subire delle perdite a causa della crisi dei mutui subprime. Macquarie è arrivata ad ipotizzare perdite per gli investitori fino al 25%, oltre ad aver annunciato di aver già provveduto alla cessione di alcuni asset di competenza di Macquarie Fortress Investments. Bear Stearns, che ha già visto azzerare il valore di due suoi hedge fund, ha bloccato i riscatti degli investitori da un suo terzo fondo.
Nella notte l’effetto Wall Street si è fatto sentire sui mercati asiatici. Il Nikkei giapponese ha chiuso in calo dell’1,7%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong cede il 3,3%. In calo anche lo Shanghai Composite (-1,9%), che tuttavia è giunto nel corso della seduta ad aggiornare il suo massimo di sempre a 4502 punti. Il Morgan Stanley Asia Pacific Index al fixing di Tokyo arretra di 2,5 punti percentuali.