Notizie Notizie Mondo Nuova era per i fondi, arriva il primo ETF che vi paga per investire

Nuova era per i fondi, arriva il primo ETF che vi paga per investire

18 Maggio 2019 09:56

Azzardo o avvio di una nuova era?  La guerra dei prezzi nell’universo dei fondi, in particolare tra gli ETF, è giunta alla sua apparentemente (il)logica conclusione, ossia l’arrivo sul mercato del primo fondo a commissioni negative. Dagli Stati Uniti rimbalza la notizia che la Securities and Exchange Commission (SEC), la Consob made in Usa, ha approvato il primo fondo quotato in borsa con commissioni negative. È un’ulteriore prova che gli ETF si confermano laboratorio per le strategie commerciali.

Salt Financial, provider di indici ed ETF con sede a New York, ha infatti ottenuto la luce verde della SEC per lanciare il primo fondo indicizzato ETF con commissioni negative negli Stati Uniti. La boutique ha notificato al regolatore americano che non solo eliminerà le commissioni dello 0,29% del suo prodotto Salt ETF Salt Low truBeta US Market (LSLT), ma ha intenzione di pagare gli investitori cinque punti base per almeno un anno, ovvero fino al 30 aprile 2020. In tale data la casa punta a raggiungere la prima soglia di raccolta prevista (100 milioni di dollari), lasciando poi il prodotto con la prevista commissione dello 0,29%.

Una trovata per sopravvivere ma non solo…

Il prezzo vantaggioso sarà l’incentivo decisivo per poter rispettare i requisiti necessari per essere presente sulle piattaforme di brokeraggio e consulenza finanziaria più popolari. La cifra di 100 milioni di dollari non è stata scelta a caso, ma è la soglia minima che gli ETF hanno bisogno per sopravvivere.

 

Negli ultimi 17 anni, le società di gestione hanno liquidato più di 800 ETF in Europa, di cui la metà è stata eliminata dal mercato negli ultimi tre anni. Il 96% di questi aveva un patrimonio inferiore agli 85 milioni di euro. Più specificamente, i fondi quotati hanno avuto, in media, un volume di asset dell’ordine di 20 milioni e una commissione di gestione dello 0,69%. In pratica, erano piccoli e costosi e la loro vita media era di soli tre anni e mezzo.

 

D’altronde è difficile sopravvivere nel mercato degli ETF dove le tre principali aziende (BlackRock, Vanguard Group e State Street) controllano più dell’80% dei beni statunitensi, secondo i dati raccolti da Bloomberg. Anche in Europa, quasi il 65% del mercato è nelle mani di BlackRock, DWS Group e Societe Generale.

 

“David aveva bisogno di una fionda per abbattere Golia, noi abbiamo bisogno di un modello di commissioni negative per prenderci la nostra fetta di mercato”, ha dichiarato Alfred Eskandar, presidente e co-fondatore di Salt Financial, al Financial Times. “I nuovi emittenti di ETF hanno due scelte. Possono fare del loro meglio per sopravvivere nei sei anni necessari in media per arrivare a 100 milioni di dollari oppure possono fare qualcosa di più drastico per arrivare a quel traguardo più velocemente”.

 

Sarà quindi necessario capire se questa strategia dell’ETF a commissioni minime o addirittura negative possa dare il risultato sperato e se in futuro ci sarà qualcun’altro che seguirà l’esempio di Salt.

Il passaggio generazionale accelera lo sviluppo di un sistema passivo

I dati demografici suggeriscono che ci sono molte novità per il mondo dei fondi. L’ultimo sondaggio pubblicato da Charles Schwab mostra un divario generazionale tra i risparmiatori più giovani, che hanno abbracciato la semplicità a basso costo degli EFT, e gli investitori più anziani che rimangono un po’ più scettici sulla loro utilità.

Circa il 68% di tutti gli intervistati ha dichiarato che intendono aumentare i loro investimenti in ETF nel prossimo anno, rispetto al 54% del sondaggio fatto nel 2018. Se diviso per età, tuttavia, la percentuale di investitori più giovani che prevedono di aumentare la loro dipendenza dagli ETF è nettamente superiore. Pertanto,  in futuro le nuove generazioni, convinte che i rendimenti derivanti dai prodotti di investimento attivi non sono così alti da giustificare le loro commissioni più elevate, andranno a guidare sempre di più il passaggio a strategie passive.

Intanto gli ultimi dati ETFGI vedono l’industria globale degli ETF toccare a fine aprile i nuovi record storici di 5,57 miliardi di dollari di asset under management.