Notizie Notizie Italia Non solo Rcs, luna di miele tra mercato e stampa

Non solo Rcs, luna di miele tra mercato e stampa

31 Agosto 2012 10:20

Cosa succede a Rcs? Il titolo continua ad aggiornare i massimi da un anno a questa parte, raggiungendo al momento gli 1,364 euro con il titolo sospeso con un rialzo teorico del 14,62%. Ieri l’azione del gruppo editoriale ha messo a segno un balzo del 12%, facendo registrare volumi pari a 2,7 milioni di azioni, circa sette volte la media dell’ultimo mese ed equivalente a circa lo 0,36% del capitale. La quota è da considerarsi rilevante considerato il basso flottante del 12%. Solo in quattro sedute, il titolo Rcs ha più che raddoppiato il suo valore di Borsa, con un progresso complessivo di oltre il 110 per cento.

E cosa succede all’ intero settore dell’editoria? Il gruppo L’Espresso di proprietà di Carlo De Benedetti mostra al momento un progresso dell’8,26%, la Mondadori della famiglia Berlusconi avanza del 6,09%. Toniche anche le azioni del Gruppo 24 Ore che guadagnano il 12,10%.

I possibili retroscena
Certamente i fondamentali non possono giustificare il balzo di Rcs. Il gruppo editoriale ha infatti archiviato il primo semestre con una perdita di 427 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto al rosso di 19,5 milioni nel pari periodo 2011, e con ricavi per 799,9 milioni, dai 924,6 milioni dei primi sei mesi di un anno fa.

Alcune indiscrezioni riportate da La Repubblica additano la presenza di mani forti in azione sul mercato, in particolare di un socio che ha deciso di incrementare la propria quota attraverso un estemporaneo blitz. Tra i maggiori indiziati Diego Della Valle e Giuseppe Rotelli, che hanno mostrato l’intenzione di voler arrotondare le loro quote. Il patron di Tod’s, fuoriuscito a primavera dal patto di sindacato (che controlla il 58% del capitale) perché in contrasto con le modalità di elezione del Cda, detiene attualmente il 5,5 per cento. L’imprenditore della sanità risulta il primo azionista fuori dal patto con una quota pari al 13 per cento.

Non sono da escludere anche gli intrecci con il nuovo possibile approccio strategico di Mediobanca, primo azionista del patto di sindacato  con il 13,69%. Dalle colonne di ieri del Messaggero si è appreso che  all’interno dell’istituto di Piazzetta Cuccia si starebbe parlando non tanto di una scissione quanto della possibilità di ridurre gli investimenti strategici, tra cui proprio la quota in Rcs.

Da Il Sole 24Ore spunterebbe anche l’ipotesi dell’emissione di un bond convertibile rateizzato, alternativo ad una vera e propria ricapitalizzazione. D’altra parte, la Consob ha attribuito parte dei rialzi al trading online. Consob che ha deciso di avviare un monitoraggio sul titolo vista la sua alta volatilità.

Secondo altri, il tutto sarebbe da ricondurre alle aspettative degli operatori per un nuovo piano di riduzione del debito, che potrebbe essere annunciato a breve dal neo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane.

Le ipotesi sono molte e la soluzione potrebbe essere con molta probabilità racchiusa guardando al complesso di tutti questi elementi. Una visione più chiara si potrà avere tra un anno quando il 14 settembre  dovranno essere inoltrate le domande per la disdetta al patto che scadrà il 14 marzo 2014. Nel breve periodo, l’appuntamento è per il 16 ottobre, giorno in cui si riunirà l’assemblea chiamata a decidere su un eventuale rafforzamento patrimoniale.

Se quindi per Rcs le possibili spiegazioni non mancano, più incerto è invece il perché la corsa ai titoli stia interessando tutto un settore, quello editoriale, che fino a poche settimane fa veniva dato, se non morto, almeno moribondo.