Niente tetto al prezzo del gas (per ora), Olanda e altri in UE vedono più rischi che benefici nell’applicare proposta Italia
Focus oggi sulla riunione dei ministri dell’energia dell’UE per discutere una soluzione a livello di UE per un tetto del prezzo del gas. Il price cap trova però dei decisi oppositori nell’Olanda e non solo e la riunione straordinaria dei 27 ministri dell’Energia rischia di rivelarsi un flop totale da questo punto di vista. Stando a quanto emerso nelle ultime ora la discussione sul tetto del prezzo del gas sarà rinviata al prossimo mese e oggi verranno portati avanti solamente gli altri provvedimenti per combattere il caro-energia e che martedì 13 verranno poi tradotti in testi giuridici da parte della Commissione Europea.
E’ probabile quindi un rinvio della decisione sul price cap ad ottobre. In particolare l’Olanda sarebbe tendenzialmente d’accordo ad applicare un tetto al gas russo, ma contraria alla proposta italiana di applicare il tetto al prezzo del gas a tutto il gas importato in Europa. Anche la Germania sarebbe contraria ad un cap generalizzato (minor prezzo implicherebbe un aumento dei consumi di gas), ma anche ad applicarlo al gas russo.
Come sottolineato oggi dal quotidiano La Stampa, il timore dei Paesi contrari al price cap sul metano importato via gasdotto (oggetto di una proposta specifica presentata dal governo italiano) è legato al fatto che questa misura potrebbe scatenare un problema di forniture proprio nel momento in cui l’Ue è alla ricerca alternative al metano russo. Il rischio sarebbe quello che i venditori di gas potrebbero voltare le spalle all’Europa.
Riflessi su mercati e settore utility
Secondo il Sole 24 Ore dal meeting di oggi potrebbe uscire una richiesta alla UE di presentare un documento da negoziare successivamente. “Un mancato accordo sul cap al prezzo del gas nell`attuale scenario di elevati prezzi dell’energia, manterrebbe l’incertezza per le utility – commenta oggi Equita – attualmente alle prese con la gestione delle garanzie da fornire sui contratti derivati di acquisto dell`energia (collaterals), mentre rimane da verificare come sarà gestito il potenziale rischio di bad credits (attualmente non segnalato dalle società) legato all`incremento atteso dei prezzi delle bollette (stimiamo un costo della bolletta energetica per la famiglia media nel quarto trimestre 2022 pari a circa 3 volte il 2019)”.
Oggi il prezzo del gas TTF ad Amsterdam segna un calo di oltre il 4% in area 210 euro a megawattora.
Intanto i livelli di stoccaggio nell’area euro sono cresciuti rapidamente nelle ultime settimane in virtù del cospicuo aumento delle importazioni di GNL e la prospettiva di un razionamento e ulteriori iniziative per frenare la domanda di gas e prezzi dell’elettricità evidenzia un maggiore impegno da parte dei politici di tutto il continente per tamponare la crisi energetica. “Questo perché l’obiettivo resta mitigare l’impatto economico distruttivo dell’aumento dei prezzi prima del picco della stagione invernale della domanda – argomenta Ole Hansen, Head of Commodity Strategy per BG SAXO – . Tuttavia, il fatto che i prezzi del gas e dell’energia elettrica vengano scambiati rispettivamente intorno al 35% e al 52% al di sotto dei picchi di panico visti all’indomani dell’annuncio di manutenzione del Nord Stream 1, mostra che i mercati pensano che i responsabili politici introducano misure per alleviare le preoccupazioni in Europa”.