Niente rally di Obama: perchè a Wall St. non bastano i commenti positivi degli analisti
“Il Paese ha ora un Presidente con una grande chance per ristabilire la reputazione del Paese all’estero e le misure per curare la crisi finanziaria sono già state prese. Ci sarà una recessione il prossimo anno, ma questo è stato molto probabilmente scontato dal mercato e la storia ha mostrato che il miglior momento per comprare azioni è spesso durante questi periodi, non quando tutto sembra andar bene e le valutazioni sono elevate”. Forse non raggiungono tutte il grado di ottimismo di quelle di Nick Ford del desk statunitense di Scottish Widows Investment Partnership, ma le valutazioni degli analisti sull’elezione di Barack Obama alla carica di 44esimo presidente degli Stati Uniti sono comunque largamente positive. Cormac Weldon, a capo dell’azionario statunitense di Threadneedle, dice ad esempio che al di là della vittoria presidenziale a essere importante è anche il forte mandato concesso ai democratici al Congresso, circostanza che ridurrà al minimo le manovre di ostruzionismo e che consentirà a Obama rapidi passaggi legislativi alla sua strategia.
Commenti positivi che si scontrano con l’andamento delle Borse, con listini che almeno nell’immediato hanno reagito con freddezza all’esito delle urne. Anzi per Wall Street quello che ha seguito l’insediamento di Obama è stato il giorno successivo alle elezioni peggiore di tutti i tempi. E la discesa prosegue anche nel momento in cui si scrive, con gli indici statunitensi in ribasso di oltre il 2%. Performance che si scontrano con i dati storici, dai quali emerge che gli indici azionari nel mese di novembre e all’indomani delle tornate elettorali hanno stabilmente sovraperformato rispetto al mese di ottobre dominato dalle incertezze. Analizzando la risposta dei mercati al voto, da Fidelity International notano che nonostante la vittoria di Obama abbia suscitato grandi entusiasmi, gli investitori stanno ancora cercando di valutare con attenzione quali saranno le sue prossime mosse per affrontare la crisi economica. Permangono dunque i timori di recessione globale.
Quali saranno però le ricadute sui mercati azionari nel medio periodo? E quali saranno i settori da privilegiare sotto il mandato del primo presidente di colore degli Stati Uniti? “Guardando al mercato azionario – dice ancora Weldon – ci aspettiamo misure di stimolo all’economia che si affiancheranno alla Tarp (l’acquisto di asset tossici, ndr) e ai tagli dei tassi d’interesse. Questo potrebbe includere spese in infrastrutture, che risponderebbe alla crescita della disoccupazione”.
“Obama aumenterà le coperture sanitarie per i poveri – dice invece Ford – e probabilmente finanzierà questo progetto con un aumento delle tasse sul tabacco e sui profitti delle compagnie attive nel settore energetico. Potremo vedere tasse marginalmente più alte su dividendi e capital gain. In ultimo occorre aspettarsi una forte regolazione nel settore finanziario”.
Per trovare valutazioni caute sull’effetto del voto sulle Borse occorre spostarsi in Italia. In una nota pubblicata oggi Michele Romano, financial & credit analyst di Abaxbank mette l’accento soprattutto sui tratti in tema di tassazione della politica di Obama. “Obama – spiega – ha annunciato l’intenzione di aumentare la tassazione su dividendi e capital gain dall’attuale 15% al 20%, scoraggiando gli investimenti azionari. Come side effect questo potrebbe inoltre condurre ad un progressivo deleveraging delle posizioni in dollari Usa, una riduzione del carry sulla valuta ed un progressivo e stabile deprezzamento nei confronti delle altre divise forti. Se dal punto di vista macroeconomico saranno possibili nel breve periodo deflussi di capitali dall’equity ed un possibile conseguente indebolimento del dollaro, appare evidente come il sostegno ai consumi sortirà degli effetti diretti su alcuni sottosegmenti”.
Ecco allora secondo Romano quali potranno essere gli impatti settoriali del voto:
– consumi discrezionali – negativo
– energy – negativo
healthcare – misto
industriale – positivo ma non per aerospazio e difesa
finanziari – negativo ma non per assicurazioni vita
Fondamentali quelle che Romano definisce “utilizzo strutturale delle politiche ambientali e di sostegno al settore tecnologico nel rilancio economico”. Il programma di Obama prevede infatti investimenti in energie alternative, in infrastrutture energetiche pulite e nello sviluppo dei network mediatici nelle zone rurali. Ma anche stringenti standard nei consumi che dovrebbero costringere gli americani a rinnovare in maniera decisamente più sostenuta il parco macchine, e a sostenere quindi il mercato automobilistico.
“La spinta verso la ricerca dell’efficienza energetica – spiega Romano -porterà senza ombra di dubbio alla diretta compressione dei margini nel settore delle utilities che si troveranno gravate di costi ambientali fino ad ora non previsti. Allo stesso modo le imprese collegate ai settori energetici tradizionali si troveranno a soffrire favorendo buone performance del settore delle energie rinnovabili ma anche della filiera agricola dell’etanolo che continuerebbe a mantenere i sussidi attualmente garantiti. La regolamentazione e la redistribuzione fiscale metterà in crisi i finanziari. Aziende operanti nei segmenti retail dovrebbero essere maggiormente aiutate dal rilancio dei consumi, soprattutto per quanto riguarda i consumi di base”.