Notizie Notizie Mondo Niente accordo sul sequester, ricadute non solo sull’economia statunitense

Niente accordo sul sequester, ricadute non solo sull’economia statunitense

1 Marzo 2013 09:31
Dopo il nulla di fatto di ieri al Senato statunitense, scatteranno con ogni probabilità alla mezzanotte di oggi i tagli automatici alla spesa pubblica statunitense, il cosiddetto sequester. Si tratta di tagli trasversali e generalizzati per 85 miliardi di dollari per il 2013 che raggiungono i 1.200 mld nell’arco del decennio.

Niente compromesso al Senato tra democratici e repubblicani

Il Senato ieri ha bocciato le due proposte separate avanzate da democratici e repubblicani che avrebbero sostituito la legislazione esistente e impedito il sequester. Anche se c’era un ampio consenso sulla necessità di scongiurare i tagli indiscriminati da 85 miliardi dollari, le due parti sono rimaste in contrasto su come farlo. Il disegno di legge dei democratici al Senato prevedeva la generazione di maggiori entrate per il governo, aumentando le tasse sui redditi più alti. La proposta dei repubblicani invece non conteneva disposizioni per aumentare le entrate attraverso più tasse, ma avrebbero dato al presidente il potere di determinare su quale programmi di spesa attuare i tagli e quali no per ammorbidire l’impatto.
Parlando dopo il voto di ieri, Obama ha accusato i repubblicani di minare l’economia Usa con i tagli di bilancio automatici che costeranno posti di lavoro e rallenteranno il recupero.
 
Ripercussioni su prospettive crescita Usa e dei suoi principali partner commerciali
Il sequester non mancherà di avere un impatto sulle prospettive di crescita della prima economia mondiale. La Federal Reserve e il Congressional Budget Office hanno quantificato in uno 0,6% l’impatto negativo sulla crescita del prodotto interno lordo). 
Ieri è arrivato puntuale l’avvertimento del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) circa la possibilità di un taglio delle prospettive di crescita degli Stati Uniti per il 2013 e anche a livello globale se domani scatteranno i tagli automatici alla spesa pubblica. Il portavoce del Fmi, William Murray, ha detto che scatterà un taglio di almeno 0,5 punti percentuali relativo al Pil 2013 se i tagli saranno pienamente attuati. Le attuali previsioni del Fmi sono di una crescita del 2% per gli Usa quest’anno. Inoltre i più colpiti dagli effetti del cosiddetto sequester saranno i principali partner commerciali degli Stati Uniti. “Vedremo cosa succede venerdì – ha detto Murray – ma tutti stanno assumendo che il sequester sta per entrare in vigore”.
Intanto il Dipartimento del Commercio statunitense ieri ha rivisto al rialzo la stima sul Pil del quarto trimestre 2012 da -0,1% al +0,1% a livello annualizzato. Il dato ha deluso le aspettative del consensus fissate +0,5%. “A contribuire alla modifica della stima è stata una revisione al rialzo delle esportazioni e degli investimenti fissi e una revisione al ribasso delle importazioni”, commenta Filippo A. Diodovich, market strategist di IG.