Nexi smentisce il caso dei dati dei clienti in rete. Un bluff, ma a che scopo?
18mila nomi e dettagli personali di presunti clienti di Nexi diffusi nella notte sul sito Pastebin. Una notizia seccamente smentita attraverso una nota sul proprio sito ufficiale dal colosso dei pagamenti, quotatosi in Borsa ad aprile.
Nexi precisa che i propri servizi di sicurezza hanno rilevato la pubblicazione su un sito internet straniero di un post anonimo contenente una lista di circa 18 mila nominativi (nome, cognome, indirizzo, CF e solo in alcuni casi un contatto telefonico non verificato) che l’autore anonimo attribuiva a presunti clienti Nexi. Nessuno dei dati in questione afferiva, in ogni caso, a informazioni di natura finanziaria (es: numero carta, transazioni, codici identificativi, pin, password, etc, etc.)
La società ha anche aggiunto di “non aver rilevato alcun violazione dei propri sistemi informatici e che nessun dato relativo alle carte di pagamento gestite da Nexi è stato in alcun modo compromesso”. Nexi, dopo aver inoltrato una diffida, ha ottenuto la rimozione dell’elenco dal sito internet. Pastebin è un sito web ad “architettura” aperta che consente agli utenti la pubblicazione e successiva rimozione dopo un certo periodo di tempo (“paste” e “bin”, appunto).
Non possiamo escludere che si sia trattato di una manovra per screditare Nexi per intaccare il valore del suo titolo azionario. La giornata di oggi non vede particolari spunti per il titolo, in ribasso come tutta Piazza Affari (a parte Amplifon e Campari). Proprio ieri, peraltro, la società ha svelato i suoi conti, con un primo semestre chiuso con 467,3 milioni di euro di ricavi e un utile netto in crescita del 13,3% rispetto all’anno scorso a 95,7 milioni di euro. La motivazioni di questo “bluff” non appaiono del tutto chiare, ma in ogni caso la società ha “denunciato il fatto alle autorità competenti riservandosi ogni azione volta a tutelare i propri interessi”.