Notizie Notizie Italia Netflix smentisce gufi, ma rischia con Disney Plus, Apple TV & Co. Il trucco pro-audience

Netflix smentisce gufi, ma rischia con Disney Plus, Apple TV & Co. Il trucco pro-audience

22 Gennaio 2020 10:45

Il primo bilancio FAANG viene comunicato nelle stesse ore in cui Walt Disney annuncia che il suo servizio di streaming Disney Plus sbarcherà in anticipo in Europa (Italia compresa). Il primo bilancio FAANG è quello di Netflix, che fa parte dell’acronimo insieme a Facebook, Amazon, Apple e Google. E Walt-Disney è tra le sue rivali più temibili, dopo il lancio di Disney Plus, negli Stati Uniti, lo scorso 12 novembre.

Un bilancio molto atteso, quello di Netflix, visto che diversi erano gli analisti gufi che già paventavano il peggio dopo il lancio, lo scorso 12 novembre, della pay tv di Disney.

Per certi versi i risultati trimestrali sono stati rassicuranto: gli abbonamenti sono saliti nell’ultimo trimestre più delle attese. Dall’altro lato, la guidance non può certo definirsi brillante: per il primo trimestre di quest’anno, Netflix prevede una crescita degli abbonamenti inferiore alle stime.

Positivo il trend del titolo nelle contrattazioni afterhours, anche se niente di esaltante.

Questi i numeri, per avere un’idea del bilancio della società FAANG:

  • L’utile per azione si è attestato a $1,30 (non ci sono però, riporta la Cnbc, le stime di Refinitiv con cui comparare il risultato). Il fatturato è stato pari a $5,47 miliardi, contro i $5,45 miliardi attesi da Refinitiv.
  • Negli Usa, gli abbonamenti sono cresciuti di 550.000 unità, meno rispetto ai +589.000 attesi da FactSet. A livello globale, tuttavia, gli abbonamenti sono balzati di 8,33 milioni, ben oltre la crescita di 7,17 milioni prevista.
  • Il flusso di cassa è stato negativo, pari a -1,7 miliardi di dollari; per il 2020, Netflix prevede ancora un flusso di casso negativo, pari a $2,5 miliardi. Detto questo, la società ha ribadito che l’anno in cui ha bruciato più cash è stato proprio il 2019 e che lentamente, prevede di tornare a un flusso di cassa positivo in futuro.

A dirlo è stato lo stesso numero uno, l’amministratore delegato Reed Hastings. Intervenendo alla conference call con gli analisti sul bilancio del gruppo, Hastings si è così espresso:

“Siamo entusiasti (del fatto che il flusso di cassa tornerà positivo). Tra l’altro non raggiungeremo questo risultato riducendo i nostri investimenti sui contenuti, ma lo faremo grazie all’aumento del fatturato e degli utili operativi”.

Disney Plus sbarca in Italia ed Europa il 24 marzo

Nella lettera agli azionisti, la società ha parlato della bassa crescita degli abbonamenti negli Usa e in Canada, adducendo come motivazione il lancio di nuove piattaforme sul mercato da parte dei gruppi rivali. Netflix ha detto però anche che “l’impatto” di nuovi servizi di streaming dalle società rivali, al di fuori degli Stati Uniti, “è stato più contenuto”.

Peccato per Netflix, però, che Disney Plus non è stata ancora lanciata, e che dunque è prematuro parlare di impatto contenuto, quando non ci sono ancora numeri alla mano.

A tal proposito, proprio nelle ultime ore è arrivata per l’appunto la notizia della decisione di Walt Disney di lanciare il proprio servizio di streaming Disney Plus in Europa in anticipo. La pay tv arriverà in Europa e in Italia il prossimo 24 marzo, una settimana prima della data precedentemente fissata al 31 marzo.

Disney Plus approderà nel Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Italia, Spagna, Austria e Svizzera: I prezzi degli abbonamenti sono stati confermati a 6,99 euro (o 5,99 sterline in UK) al mese, e a 69,99 euro e 59,99 sterline in UK all’anno.

Il servizio debutterà negli altri mercati dell’Europa occidentali, Belgio, Paesi Nordici e Portogallo inclusi, durante l’estate.

Il lancio ufficiale sul mercato di Disney Plus è avvenuto negli Stati Uniti lo scorso 12 novembre e, a parte qualche problema tecnico iniziale, il servizio si è rivelato subito un grande successo nel paese, tanto che, alla fine di novembre, erano già 24 milioni gli abbonati in Usa.

I prezzi sono più bassi sono sicuramente il punto di forza su cui Disney Plus può contare: 70 euro all’anno, dunque, rispetto a un costo che si aggira tra 95,88 e  167,88 euro di Netflix a seconda del tipo di abbonamento che si sceglie.

Ma è anche vero che Netflix ha più di una novità in serbo. Tra le principali, si mette in evidenza soprattutto il cambiamento che ha apportato al parametro con cui verrà misurata l’audience. Basterà che il potenziale spettatore guardi i contenuti per almeno due minuti per far sì che la scelta venga considerata intenzionale.

In precedenza, l’audience veniva calcolata prendendo in considerazione quegli abbonati che avevano visto almeno il 70% di un singolo episodio di una serie o un film. Nella lettera agli azionisti, i vertici del gruppo hanno indicato come l’adozione del nuovo parametro farà crescere l’audience, in media, del 35%.

“Per esempio, in base a questo nuovo parametro ‘Our Planet’ è stato visto da 45 milioni di famiglie, rispetto alle 33 milioni di famiglie che lo avrebbero visto in base al parametro precedente”.

Non c’è però solo Disney a rendere più difficile la vita a Netflix. Altri titani sono prossimi a lanciare servizi concorrenziali, come Comcast, che il prossimo 15 aprile lancerà il servizio Peacock per i suoi clienti, per poi estenderlo il prossimo 15 luglio a tutti gli altri potenziali utenti; e come Warner Media, che si appresta a lanciare la propria offerta HBO Max. E oltre a Disney, ci sono  Amazon e Apple.