General Motors potrebbe avere un posto nella maxi alleanza tra Fiat, Chrysler e Opel. E’ quanto appreso dal New York Times, che nella sua edizione online avanza l’ipotesi per cui in cambio delle sue attività in America Latina e in Europa la più grande tra le case automobilistiche di Detroit sarebbe pronta a richiedere una partecipazione azionaria nel nuovo gruppo che nascerebbe dalla fusione tra il Lingotto, la sua ex concorrente domestica e la sua controllata tedesca. Stando alla stessa fonte, Fiat sarebbe disponibile a mettere sul piatto una quota del 10%, sensibilmente inferiore rispetto alle richieste di Gm, intenzionata a rilevare una partecipazione del 30 per cento.
General Motors ha reso noto pochi minuti fa di aver chiuso i primi tre mesi del 2009 con una perdita netta di 6 miliardi di dollari, corrispondenti a 9,78 dollari per azione e ricavi complessivi in calo dai 42,4 miliardi del primo trimestre 2008 a 22,4 miliardi. I numeri del primo trimestre arrivano all’indomani del lancio di un piano di emissione di 60 miliardi di nuove azioni in grado di azzerare le quote degli attuali azionisti. In scia a tale notizia il titolo ha subito una caduta di circa il 10%, tanto da essere tornato a rischio di uscita dall’indice Dow Jones per la prima volta da 74 anni.
Sul fronte europeo, l’a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, dopo aver confermato ieri a Bloomberg l’intenzione di assumere la carica di ceo di Chrysler e l’interesse per la svedese Saab, è oggi alle prese con le indiscrezioni riportate dal quotidiano tedesco Handelsblatt (peraltro non nuove) relative alla possibile chiusura di due impianti anche in Italia a seguito di un’eventuale fusione con Opel. Non sono giunti commenti ufficiali da Torino, mentre in mattinata il ministro per le Attività Produttive, Claudio Scajola, ha sottolineato il carattere vitale delle fabbriche Fiat per il paese.
(notizia aggiornata alle ore 13.20 con i risultati trimestrali di General Motors)