Nel nuovo piano industriale targato Fiat previsti 5mila posti in meno e riduzione modelli
Cinquemila dipendenti in meno, quasi il 10% di Fiat Auto e circa il 3% a livello di gruppo, riduzione di un quarto del numero dei modelli da 12 a 8 e aumento del 50 per cento dell’attuale produzione italiana da 600 a 900mila vetture. Sono questi i primi numeri del piano strategico 2010-2014 che l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, si appresta a presentare in cda il prossimo 21 aprile secondo quanto anticipato da La Repubblica.
Al Lingotto, prosegue il giornale, starebbero inoltre lavorando anche sul lancio di sette modelli con il marchio Fiat, Alfa e Lancia realizzati negli Usa per il mercato d’ Oltreoceano, per una produzione complessiva che dovrebbe superare le 350 mila unità sull’altra sponda dell’Atlantico. Anche se dal quartier generale della casa automobilistica di Torino si trincerano dietro un laconico no comment, le prime reazioni non si fanno attendere.
Per Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom, “il piano Fiat è una vergogna che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà è che la Fiat comincia a lasciare l’Italia con una valanga di licenziamenti”. “La presentazione del piano il 21 aprile sarà uno dei momenti più drammatici della storia della Fiat – prosegue Cremaschi – perché Marchionne lo dovrà illustrare ai 5.000 lavoratori che vuole licenziare e anche a tutti gli altri. Si andrà a uno scontro frontale e drammatico. Il governo intervenga smettendola di minimizzare o di coprire le posizioni di Marchionne”.
In Borsa gli operatori sembrano pensarla diversamente. Secondo alcuni analisti la nuova cura dimagrante che Marchionne e la sua squadra starebbero finendo di mettere a punto in queste settimane avrebbe dei risvolti positivi sull’operatività del gruppo. C’è chi arrivare a ipotizzare che questi tagli consentirebbero risparmi nell’ordine di 200 milioni di euro all’anno, una volta realizzati nell’arco dei prossimi cinque anni.
“Si tratta di indicazioni ragionevoli che a regime possano implicare risparmi aggiuntivi oltre 100 milioni per anno, che attualmente non abbiamo nelle stime”, segnalano gli esperti di Equita sim, che suggeriscono l’acquisto del titolo Fiat fino a un target di prezzo di 12,4 euro. In merito alla realizzazione dello spin-off prospettato in estate gli analisti si fanno più possibilisti. “Riteniamo questo uno scenario non altamente probabile, dal momento che per procedere allo spin-off pensiamo siano necessari almeno i primi segnali di turnaround di Chrysler e una maggiore visibilità a livello macroeconomico”.