Nasdaq affonda a -5%, big Tech in picchiata. Cosa ha scatenato panic selling?
Giovedì nero per Wall Street. Il sospiro di sollievo per il tono meno aggressivo della Federal Reserve è durato meno di 24 ore e oggi infuriano le vendite. Nel mirino soprattutto le big Tech alla luce dell’emergere oggi del concreto timore che a dispetto di quanto detto da Powell, la Fed si troverà costretta ad aumentare i tassi di 75 pb per contrastare l’inflazione.
Il Nasdaq è arrivato a cedere nell’ultima ora il 5% rischiando di archiviare la peggior seduta dal settembre 2020. Apple cede oltre il 5%, Tesla l’8% e Amazon il 7,3%.
Ieri la Fed ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale come previsto e il presidente della Fed Jerome Powell ha esplicitamente escluso un aumento di 75 punti base in un prossimo incontro.
Oggi però tra i trader si torna a scommette su un aumento di 75 punti base nella riunione di giugno. Il timore è che la Fed non riesca nel breve a disinnescare l’aumento dell’inflazione. E una Fed ultra-hawkish rischia di colpire gli utili delle grandi società growth.
L’S&P 500 è arrivato a cedere il 3,7% con solo una dozzina di titoli su 500 in positivo.
Balzo della volatilità con indice VIX salito a oltre 31 punti.
Tra gli asset più volatili oggi spiccano anche le criptovalute con bitcoin giù del 6% sotto i 37mila dollari.
Tiene invece il petrolio che strappa un lieve segno più.