Nafop mette in guardia dal rischio “bolle cinesi”
Continua a crescere il numero dei risparmiatori che decide di puntare la propria quota di investimenti azionari sul mercato cinese, confidando nel cosiddetto “capitalismo Confuciano” che è stato capace nel 2009 di far crescere l’economia dell’8,7%, mentre nel resto del mondo andavano in scena pesanti cali. Ma non è tutto rose e fiori nemmeno nell’ex Celeste impero. Le brutte sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Ne è convinto Guido Monticello, esperto del NAFOP, l’Associazione Nazionale dei Consulenti Finanziari Indipendenti. A suo avviso si stanno infatti evidenziando alcune caratteristiche tipiche delle grandi bolle speculative. Dall’eccesso di capacità produttiva, alla corruzione, per poi passare all’esplosione del credito all’azzardo morale. Sono questi, secondo Monticello, alcuni dei rischi più evidenti che potrebbero far scoppiare una nuova bolla. Non solo. “La Borsa di Shanghai ha recuperato prontamente sia in termini di prezzi sia in termini di volumi. La crescita dei titoli dell’ultimo anno non ha tuttavia trovato corrispondenza nella crescita dei risultati aziendali”, ha sottolineato l’esperto del NAFOP. Monticello si spinge oltre nella sua analisi e traccia 3 possibili scenari. In primis, un “deep impact”: la ripresa dell’economia mondiale si affievolisce, con il governo dell’ex Celeste impero che decide di effettuare una “svalutazione aggressiva dello yuan”. Secondo scenario, un “dejà vu”. Cina 2010 come Giappone 1990: la crescita continua, i prestiti non vengono onorati e le banche registrano perdite. Gli interventi pubblici ritardano la soluzione dei problemi e inizia così un ciclo di avvitamento. Il terzo ed ultimo scenario prospettato è “L’impero (di mezzo) colpisce ancora”. Lo Yuan viene gradualmente rivalutato per favorire l’espansione della domanda interna e lo sviluppo dei settori in cui si è investito ancora molto poco: l’economia riesce a rallentare senza fermarsi.