Mutui: sale a 18 rate non pagate il limite per far scattare perdita casa, ok del governo

Correzione in corsa della norma che avrebbe consentito alle banche entrare in possesso di un immobile dopo solo sette rate non pagate dal mutuatario. Il limite passa a 18 mesi e la norma non sarà retroattiva. "La casa può essere pignorata e poi venduta dalla banca dopo 18 rate del mutuo non pagate. Inoltre la valutazione deve essere effettuata da un perito nominato dal tribunale e affiancato da un esperto di fiducia del mutuatario". E' quanto prevede il nuovo parere delle commissioni Finanze di Camera e Senato al recepimento della direttiva europea sul credito, redatto dal PD e sul quale c'è l'ok del governo secondo quanto riferito dal capogruppo democratico a Montecitorio, Ettore Rosato, in una conferenza stampa alla Camera.
"La clausola di inadempimento sui 18 mesi, e non 7 come ipotizzato in precedenza, sarà facoltativa e non si applica ai contratti in essere. Il parere sarà dato martedì prossimo dalle commissioni parlamentari 5 stelle permettendo", ha aggiunto Rosato. Questa proposta che sarà recepita in pieno dal governo.
Non soddisfatte le associazioni dei consumatori. "18 rate invece di 7 rate prima che le banche si portino via la casa non sono sufficienti, specie in un momento di disoccupazione e di crisi come questo. Quello che va lasciato è il filtro del giudice, per evitare che il consumatore sia in balia delle banche", ha dichiarato Stefano Cherti, consulente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"La clausola di inadempimento sui 18 mesi, e non 7 come ipotizzato in precedenza, sarà facoltativa e non si applica ai contratti in essere. Il parere sarà dato martedì prossimo dalle commissioni parlamentari 5 stelle permettendo", ha aggiunto Rosato. Questa proposta che sarà recepita in pieno dal governo.
Non soddisfatte le associazioni dei consumatori. "18 rate invece di 7 rate prima che le banche si portino via la casa non sono sufficienti, specie in un momento di disoccupazione e di crisi come questo. Quello che va lasciato è il filtro del giudice, per evitare che il consumatore sia in balia delle banche", ha dichiarato Stefano Cherti, consulente dell'Unione Nazionale Consumatori.