Notizie Notizie Italia MPS un salasso di Stato: in fumo l’82% dei 5,4 miliardi del salvataggio 2017 e sbarazzarsene costerà molto di più

MPS un salasso di Stato: in fumo l’82% dei 5,4 miliardi del salvataggio 2017 e sbarazzarsene costerà molto di più

20 Febbraio 2021 12:07

Nel 2017 lo Stato italiano ha salvato Banca MPS staccando un assegno da 5,4 miliardi: 3,85 miliardi per iniettare mezzi freschi nella banca tramite la ricapitalizzazione precauzionale e 1,5 miliardi per comprare le azioni della banca che erano state assegnate ai titolari di obbligazioni subordinate della banca senese. Oggi il Tesoro è il primo azionista di MPS di cui detiene il 68,24% del capitale. Il salvataggio del 2017 è stato fatto al prezzo di 7 euro in media per azione (6,49 euro per l’aumento di capitale e 8,65 euro per i possessori dei bond), mentre oggi le azioni valgono 1,25 euro. Lo Stato su queste azioni sta perdendo, ad oggi, 4,4 miliardi di euro ovvero l’82% di quanto investito.

Numeri impressionanti a cui dovrà guardare il nuovo governo Draghi chiamato a risolvere il nodo Siena, con gli accordi con Bruxelles che prevedono l’uscita dal capitale. Il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena, stando a quanto calcolato da Consumerismo No Profit, potrebbe costare in totale 717 euro ad ogni singola famiglia italiana.

I numeri del salasso Monte di Stato

L’associazione dei consumatori ricorda che agli italiani parte da quanto già speso e poi elenca le possibili ulteriori incombenze per salvare MPS. Considerando i soldi finora persi dallo Stato rilevando questa partecipazione in MPS,  che sono circa 60 milioni, Banca MPS è costata finora 73 euro (o 167 euro per famiglia considerando che la famiglia media italiana è composta da 2,29 componenti).

Sulla banca pesano poi 10 miliardi di cause legali ovvero la mina contenziosi. Fra questi fra i più rilevanti è quello aperto fra il Monte dei Paschi di Siena e la Fondazione Mps, che ha chiesto alla banca nel complesso 3,8 miliardi di euro. Secondo il quotidiano MF di questi soldi sta pensando di farsi carico ancora lo Stato perché altrimenti sarebbe impossibile riuscire a trovare un’altra banca disposta a comprare o fondersi con MPS. Se lo Stato dovesse farsi carico di questi ulteriori 10 miliardi di cause, il contribuente italiano spenderebbe altri 166 euro (o 383 euro a famiglia). Ci sono poi altri 2,4 miliardi di crediti fiscali che lo stato regalerà a Banca MPS per invogliare un’altra banca a comprarla. Fanno altri 40 euro a testa (o 91,80 a famiglia).

Ci sono poi i crediti deteriorati di MPS che in parte sono finiti in una partecipata pubblica, la AMCO che dovrà trovare come valorizzarli al meglio: parliamo di oltre 8 miliardi. Secondo alcuni operatori del settore Amco la controllata del tesoro che rileva i Non Performing Loans (crediti deteriorati) li paga fino al 20% in più. Il che è come dire che paga 8 miliardi qualcosa che gli altri operatori comprerebbero a 6,6 mld. “E questa differenza chi ce la mette? Sono soldi pubblici, quindi ancora il contribuente a cui aggiungiamo un ulteriore conto di 33 euro (76,5 euro a famiglia)”, indica Consumerismo No Profit.

Sommando tutto il salvataggio della più antica banca in attività nonché la più longeva al mondo potrebbe costare fino a 717 euro ad ogni famiglia italiana. “Bisogna iniziare a chiedersi su cosa vuole investire questo Paese se sul passato o sul futuro – osserva Roberta Rossi Gaziano, contributor in Investimenti Finanziari e Analisi Prodotti per Consumerismo No Profit – Salvare una banca tradizionale, i posti di lavoro, gli sportelli, tutte cose legate a un modo “vecchio” di fare banca in un mondo che va verso il fintech o puntare sul futuro lasciando che sia il mercato e non lo Stato a decretare vincitori e vinti?”