Notizie Notizie Italia Mps: titolo crolla dopo stress test, analisti vedono poche alternative all’aumento di capitale

Mps: titolo crolla dopo stress test, analisti vedono poche alternative all’aumento di capitale

27 Ottobre 2014 11:13

Mps crolla a Piazza Affari dopo la bocciatura negli stress test della Bce, che hanno evidenziato un gap di capitale di 2,1 miliardi di euro. L’ammanco che la banca senese dovrà colmare comprende anche la restituzione dei residui 750 milioni di euro di Monti Bond e, non tenendo conto di tale impegno, il cosiddetto “shortfall” diminuirebbe a 1,35 miliardi di euro. Cifre comunque superiori alle attese degli analisti che venerdì avevano fatto scattare gli acquisti sul titolo Mps.

Ora invece è profondo rosso a Piazza Affari: nel corso della mattinata l’azione del Monte ha scambiato solamente pochi minuti ed ora è nuovamente congelata con un tonfo di oltre 20 punti percentuali. Rocca Salimbeni avrà tempo nove mesi per rientrare nei parametri stabiliti da Francoforte. Il Cda di Mps ha già avviato l’esame delle potenziali azioni da includere nel capital plan e ha nominato Ubs e Citigroup come advisor per valutare tutte le opzioni strategiche.

Il Montepaschi si trova quindi in una situazione delicata visto che la banca, nella prima parte dell’anno, aveva portato a termine un maxi aumento di capitale da 5 miliardi di euro ed ora si ritrova a dover colmare un ammanco di 2,1 miliardi. Per evitare di ricorrere ancora al mercato, le ipotesi che circolano parlano di  una fusione con un’altra banca, dell’emissione di un bond convertibile e di cessioni di rami d’azienda.

“Crediamo che la mancanza di un piano dettagliato sulle prossime strategie da attuare per ricoprire le esigenze di capitale legate agli stress test, possa alimentare la speculazione del mercato verso un possibile aumento di capitale“, commentano gli esperti di IG secondo cui il deficit risulta essere troppo elevato “da essere colmato solo con l’emissione di un bond Tier 1 o dalla cessione di rami di azienda, come Consum.it”.
 
Per IG anche l’ipotesi di una fusione rimane “molto improbabile al momento, sia per le notevoli dimensioni dell’istituto sia per la difficoltà che la banca sta incontrando nel recuperare redditività”. Per gli analisti di Banca Akros l’incertezza sulle misure da compiere per colmare il gap patrimoniale “peserà sul titolo e sospendiamo il nostro giudizio rispetto al precedente hold”.
 
Anche Equita vede poche alternative all’aumento di capitale perché “la cessione della quota nella joint venture assicurativa potrebbe garantire un contributo di soli 280 milioni di euro”. Il broker ricorda come la Bce non abbia permesso di incorporare i benefici del piano di ristrutturazione approvato dall’Unione Europea e ha imposto di ipotizzare il rimborso di 750 milioni di euro di Monti Bond, una scelta da interpretare come “una moral suasion evidente per considerare a breve l’ipotesi di aggregazione”.