Mps: nessuno vuole il matrimonio con Siena, sprofonda il titolo a Piazza Affari
Nessuno vuole il matrimonio con Mps. Ieri è arrivato l’ennesimo due di picche. Questa volta è toccato a Ubi Banca sbattere la porta in faccia: l’Ad della banca lombarda, Victor Massiah, nella conference di presentazione ai conti ha dichiarato che “in questo momento un’aggregazione con Mps è esclusa, non ci sono le condizioni”. Massiah ha aggiunto che nella vita non si può escludere niente “ma in questo momento siamo concentrati sui noi stessi”. E così anche Ubi si è sfilata dal dossier Mps, così come l’accelerazione sul fronte Bpm-Banco Popolare ha fatto tramontare la già difficile ipoteso di un matrimonio a tre Bpm-Mps-Ubi.
Senza contare che sembra ormai acqua passata anche la pista che portava a Poste Italiane attraverso Banco Posta sotto la spinta del Governo. Le ipotesi sono state smentite da una nota del gruppo postale: “con riferimento ad articoli e indiscrezioni di stampa, Poste Italiane informa che nessuna delle operazioni di fusione o acquisizione ipotizzate nel contesto del riassetto del sistema bancario rientra nei suoi piani”.
Considerando che anche i due big nazionali, Intesa SanPaolo e Unicredit, hanno più volte dichiarato di non essere interessati al Monte, Mps sembra rimanere senza pretendenti per un’aggregazione fortemente caldeggiata dalla Banca centrale europea.
E così a Piazza Affari è stato un inizio choc per il titolo Mps, già più volte sospeso per eccesso di ribasso, che ha aggiornato i minimi storici a 0,42 euro portando il tonfo da inizio anno a circa 63 punti percentuali. Rientrato negli scambi, il titolo della banca senese ha parzialmente ridotto le perdite e ora lascia sul parterre oltre 5,5 punti percentuali a 0,457 euro.