Mps, la modifica per il pagamento dei Monti bond elimina il rischio overhang
Ottima prova di forza al termine della mattinata borsistica per Mps, con il titolo di Siena che avanza del 6,57% a 0,2158 euro. L’azione sovraperforma significativamente sia l’andamento del Ftse Mib sia quello del comparto bancario italiano.
Sono essenzialmente due i motivi che fanno correre il titolo di Rocca Salimbeni in Borsa. La prima, analoga e valida per tutti i titoli del sistema finanziario italiano più esposti ai titoli di Stato italiani, è legata a doppia mandata alla prosecuzione del calo dello spread tra Btp e Bund. Il differenziale tra i due decennali si è riportato nella mattinata sotto i 300 punti, valore attualmente prezzato sul mercato secondario dai titoli di Stato di Italia e Germania . Era già successo ieri che lo spread scivolasse sotto la soglia psicologica dei 300 punti. In quest’ottica, il mercato sembra aver approvato il lancio del buyback da 10 miliardi avanzato dalla Grecia e sembra poter esaudire il desiderio di Mario Monti di veder dimezzato la differenza di rendimento tra i due titoli di Stato rispetto al suo insediamento. Il valore indicato, 287 punti di spread, già ieri era stato lambito.
L’elemento più importante, specifico e significativo per Mps è tuttavia legato ai Monti bond. Il Governo ha approvato ieri con un decreto i termini delle modifiche determinanti che interesseranno i prestiti statali che Siena riceverà per rafforzare la propria struttura patrimoniale.
Per soddisfare le richieste da parte della Commissione europea ed evitare di dover assumere una partecipazione importante in banca, il Governo, ma non ancora il Parlamento che dovrà attendere proprio l’ok dell’Ue prima di dare il suo via libera, ha deciso che Siena avrà diverse possibilità di pagare le cedole sui bond qualora non avesse a disposizione utili sufficienti da usare.
Gli interessi e i 3,9 miliardi che il Tesoro immetterà nella banca senese, richiesta che proprio la scorsa settimana era stata aumentata di 500 milioni di euro rispetto ai 3,4 miliardi inizialmente preventivati, potranno essere rimborsati tramite l’emissione di azioni, valutata a prezzi di mercato, nuovi Monti bond oppure ricorrendo all’ausilio di altri strumenti finanziari. Già ora 1,9 miliardi che verranno raccolti serviranno a ripagare i Tremonti bond, gli antesignani dei Monti bond. Le maggiori opzioni della banca rispetto al piano originale riduce così significativamente la possibilità che il Tesoro diventi nei prossimi anni l’azionista di assoluto riferimento di Mps, specie considerando che secondo indiscrezioni il tasso di interesse richiesto dal Governo sarà nell’ordine del 10%.
Considerando che attualmente in Borsa Siena capitalizza circa 2,5 miliardi di euro, un saggio così in assenza di utili da usare per pagare il debito avrebbe fatto salire il Tesoro oltre il 15% del capitale di Mps. Per studiare la soluzione migliore all’intero sistema bancario italiano, il Governo ha inoltre deciso di estendere di un mese la data per la banca di emettere i titoli in questione. Dal 31 dicembre il termine è stato procrastinato al 31 gennaio 2013.