Notizie Notizie Italia Mps, la conferma: solo il fondo Apollo in data room. Mef confeziona regalo a UniCredit, rischio è Stato nel Monte per altri due anni

Mps, la conferma: solo il fondo Apollo in data room. Mef confeziona regalo a UniCredit, rischio è Stato nel Monte per altri due anni

28 Luglio 2021 14:42

E finalmente qualcuno del governo parla del caso Mps: “A oggi risulta averne richiesto l’accesso soltanto il Fondo Apollo, ulteriori soggetti interessati ad accedere alla ‘data room’ verranno in ogni caso comunicati dalla banca nel rispetto degli obblighi di trasparenza imposti dalla disciplina sui mercati finanziari”. Cosi’ il vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, ha commentato il dossier del Monte dei Paschi, in base a quanto emerge dal contenuto non secretato dell’audizione di ieri, che è stata indetta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario.

Secondo alcuni rumor Lega e M5S sarebbero favorevoli a far slittare ulteriormente la privatizzazione di MpsNell’audizione, che si è focalizzata sull’outlook della banca senese, Castelli ha precisato che ci sono “interlocuzioni in corso” tra il governo e l’Unione europea in merito a quegli impegni che l’Italia aveva preso con Bruxelles, quando aveva ricevuto il semaforo verde per entrare nel capitale di Mps diventandone maggiore azionista (attraverso la ricapitalizzazione precauzionale del 2017).

Castelli ha sottolineato in particolare che a Bruxelles “attendono di sapere se si concretizzi o meno l’ipotesi di un’aggregazione”: l’ipotesi ovvero di quella soluzione strutturale a cui il Monte di Stato ha deciso di dare la priorità, rispetto all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro riguardo al quale la stessa Bce, qualche settimana fa, ha chiesto maggiori delucidazioni.

Rumor: Lega e M5S sarebbero favorevoli a posticipare vendita Mps

Nella risposta alla missiva della Banca centrale europea, Mps ribadiva che l’eventuale operazione di aumento di capitale rappresentava un’opzione subordinata rispetto al perseguimento della soluzione strutturale”.

Ma quale soluzione strutturale, se UniCredit continua a non mostrare interesse, almeno in via ufficiale, nei confronti di Mps, visto che, nel suo caso, la priorità – dettata dall’AD Andrea Orcel – porta il nome di Italia e di macchina organizzativa e commerciale?. Quale soluzione strutturale intesa in senso di operazione M&A, se l’unico pretendente è il fondo Apollo?

Il Sole 24 Ore ricorda il Dpcm di ottobre 2020, che ha stabilito che il destino di Mps dovrebbe essere deciso “entro fine anno (2021) e l’uscita del Tesoro da Rocca Salimbeni al massimo entro aprile dell’anno prossimo, quando si approvano i conti del 2021”.

Di mezzo c’è anche l’occasione di utilizzare il bonus fiscale sulle Dta.

Ma la politica, nel caso della banca senese, è sempre presente e ieri la presidente della bicamerale, Carla Ruocco, ha detto che “non è il momento di svendere un’importante realtà bancaria come il Monte dei Paschi”.

Il Corriere della Sera scrive oggi che “in ballo c’è sempre la fusione con UniCredit che il governo potrebbe favorire con una riduzione ulteriore dei rischi legali (dopo l’accordo con la Fondazione che ha ridotto di 3,8 miliardi su 10 totali i rischi legali), anche se UniCredit avrebbe chiesto nuove contropartite legate agli NPL (ovvero ai crediti deteriorati). Nel caso in cui il matrimonio non fosse possibile, lo Stato potrebbe chiedere all’Ue di posticipare il termine per la vendita di Mps oltre la scadenza attuale del 31 dicembre”. E il Corriere, riportando le parole di Carla Ruocco, sottolinea che l’ipotesi del rinvio “piacerebbe alla Lega ma anche (per l’appunto) ai Cinquestelle”.

Mf-Milano Finanza dedica anche oggi un articolo a Mps: “Mps, pronta l’offerta del Mef”, in cui scrive che la proposta del Tesoro a Orcel è pronta, anche se il governo studia pure la proroga. D’altronde, “UniCredit rimane molto tiepida”.

“La partita rimane insomma in salita, anche se al Tesoro resta la convinzione di poter raggiungere un’intesa entro l’estate. L’alternativa alla privatizzazione del resto sarebbe chiedere all’Ue una proroga per l’exit. In questo scenario Roma potrebbe ottenere 18-24 mesi aggiuntivi per sistemare la banca e individuare l’interlocutore più adatto. Il costo però sarebbe il versamento di ulteriori capitali nell’istituto senese che nei prossimi mesi potrebbe richiedere al suo principale azionista un aumento da circa 2,5 miliardi”, scrive Luca Gualtieri.