Mps: crollano diritti e azione, aumento di capitale con rischio beffa per i piccoli risparmiatori

Segnali di nervosismo crescente in Borsa intorno all’aumento di capitale di Mps. Così come aveva avvertito la Consob prima del via del maxi-aumento di capitale, l’operazione presenta caratteristiche di forte diluizione determinando “un elevato rischio che durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni si verifichino anomalie di prezzo“.
Dopo il balzo dei primi due giorni con un complessivo +40% del titolo Mps rispetto al prezzo rettificato di 1,54 a cui era partito post-inizio aumento, oggi il trend si è invertito a 360 gradi con un tonfo del valore delle azioni, attualmente sospese al ribasso con un calo teorico del 23% a 1,76 euro.
Prosegue intanto la discesa del valore dei diritti di oltre il 13% a quota 17,21 euro. A inizio aumento il valore dei diritti era di 23,1 euro.
“Alla fine del percorso vedremo il prezzo del titolo che è sotto pressione per una serie di motivi tecnici”, ha detto oggi Alessandro Profumo, presidente del Montepaschi.
Le condizioni dell’aumento di capitale
La maxi-ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro di Mps prevede l’emissione delle nuove azioni ad un prezzo di 1 euro per ciascuna azione nel rapporto di 214 azioni di nuova emissione ogni 5 azioni possedute. i diritti di opzione, validi per la sottoscrizione di azioni Mps di nuova emissione saranno esercitabili dal 9 giugno al 27 giugno. I diritti di opzione saranno inoltre negoziabili in Borsa fino al 20 giugno.Le banche del consorzio di garanzia si sono impegnati a garantire la sottoscrizione delle azioni ordinarie eventualmente rimaste non esercitate all’esito dell’offerta in Borsa dei diritti inoptati.
La maxi-ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro di Mps prevede l’emissione delle nuove azioni ad un prezzo di 1 euro per ciascuna azione nel rapporto di 214 azioni di nuova emissione ogni 5 azioni possedute. i diritti di opzione, validi per la sottoscrizione di azioni Mps di nuova emissione saranno esercitabili dal 9 giugno al 27 giugno. I diritti di opzione saranno inoltre negoziabili in Borsa fino al 20 giugno.Le banche del consorzio di garanzia si sono impegnati a garantire la sottoscrizione delle azioni ordinarie eventualmente rimaste non esercitate all’esito dell’offerta in Borsa dei diritti inoptati.
Come funziona l’aumento per l’investitore che sottoscrive
Ipotizzando che un investitore abbia in portafoglio 100 azioni Mps, al prezzo di chiusura di venerdì scorso (24,6 euro), il suo capitale investito sul titolo dell’istituto senese ammonta a (100 x 24,6) = 2460 euro. Considerando che l’aumento prevede 214 nuove azioni ogni 5 al prezzo di 1 euro, l’esborso richiesto per partecipare all’aumento sarà pari a (100 : 5) x 214 x 1 = 4280 euro.
Ipotizzando che un investitore abbia in portafoglio 100 azioni Mps, al prezzo di chiusura di venerdì scorso (24,6 euro), il suo capitale investito sul titolo dell’istituto senese ammonta a (100 x 24,6) = 2460 euro. Considerando che l’aumento prevede 214 nuove azioni ogni 5 al prezzo di 1 euro, l’esborso richiesto per partecipare all’aumento sarà pari a (100 : 5) x 214 x 1 = 4280 euro.
A fine aumento, chi sottoscrive l’aumento si troverà con 4380 azioni. Ipotizzando che il prezzo di carico delle vecchie azioni sia quello della chiusura di venerdì scorso (2.460 euro), più i 4.280 euro per sottoscrivere l’aumento fanno un totale di 6.740 euro. A fine aumento di capitale l’ipotetico azionista Mps si ritrova con 4380 azioni e deve confidare che il titolo tratti a valori superiori a 1,54 euro (prezzo rettificato di lunedì) per rimanere in pari con l’investimento. Ai livelli attuali (1,76 euro), l’investitore si troverebbe con un guadagno teorico di circa 1.000 euro.
Come funziona l’aumento per chi non intende sottoscrivere
Per chi non intende sottoscrivere l’aumento di capitale si pone la necessità di cedere i diritti di opzione che sono strumenti finanziari che hanno una scadenza, ossia esercitabili entro la data finale dell’aumento di capitale. Il rischio maggiore per i piccoli investitori che non intendono partecipare alla ricapitalizzazione è quello di vedere scendere in maniera considerevole il valore dei diritti che nel caso di Mps rappresentano il 97% del valore del titolo Mps pre-aumento.
Per chi non intende sottoscrivere l’aumento di capitale si pone la necessità di cedere i diritti di opzione che sono strumenti finanziari che hanno una scadenza, ossia esercitabili entro la data finale dell’aumento di capitale. Il rischio maggiore per i piccoli investitori che non intendono partecipare alla ricapitalizzazione è quello di vedere scendere in maniera considerevole il valore dei diritti che nel caso di Mps rappresentano il 97% del valore del titolo Mps pre-aumento.
Va ricordato che la banca, in assenza di comunicazione del possessore di azioni Mps in merito all’esercizio dei diritti, è solita procedere in automatico alla vendita in fase di pre-apertura l’ultimo giorno utile alla negoziazione (per Mps il 20 giugno). Quindi nel caso il valore del diritto scenda notevolmente avvicinandosi allo zero negli ultimi giorni dell’aumento, l’investitore “dormiente” rischia di perdere fino al 97% del proprio capitale investito.