Mps torna in Borsa a poco più di 4 euro, -70% rispetto a dicembre. Titolo subito sospeso, attenti a Fitch
Dopo essere stato sospeso per ben 10 mesi dalle negoziazioni di Borsa, il titolo Mps torna agli scambi, aprendo a 4,12 euro, in linea con le previsioni degli analisti, che avevano individuato un valore all’interno della forchetta compresa tra 4 e 4,5 euro. La stessa Mps aveva valorizzato le proprie azioni a 4,28 euro.
Il titolo finisce subito in asta di volatilità, torna agli scambi sopra 4,4 euro, per poi oscillare attorno a 4,3 euro circa.
Si tratta di prezzi decisamente bassi, se paragonati agli 8,65 euro per azione a cui sono state convertite le obbligazioni subordinate e ai 6,49 euro per azione pagati dallo Stato, che è diventato attraverso l’iter di ricapitalizzazione precauzionale il maggior azionista dell’istituto.
Il valore, a 4,25 euro circa, è inoltre inferiore di oltre -70% a quello precedente la sospensione del titolo dalle negoziazioni, avvenuta lo scorso dicembre dopo il fallimento dell’aumento di capitale da cinque miliardi di euro. L’ultimo prezzo del titolo Mps di dicembre era pari a 15,08 euro.
Difficile prevedere la sessione odierna che, secondo gli analisti, sarà caratterizzata da una forte volatilità.
Intervistato da Reuters Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca SIM, afferma che “i corsi azionari saranno fortemente influenzati dalla reazione emotiva degli investitori (alle perdite sofferte)”. A suo avviso, “ci vorranno mesi affinché le valutazioni riflettano soprattutto la performance finanziaria della banca”.
La perdita potenziale è particolarmente rilevante per gli ex detentori di obbligazioni subordinate, il cui debito è stato convertito in azioni in linea con le regole europee sul “burden sharing”, ovvero sulla condivisione degli oneri.
Con la conversione dei bond subordinati in azioni, Mps ha raccolto 4,47 miliardi di euro, e gli ex obbligazionisti subordinati si sono ritrovati un’azione valutata 8,65 euro, che ora torna al mercato a un prezzo inferiore alla metà.
A tal proposito, già oggi potrebbe arrivare il decreto del Tesoro sullo swap per gli investitori retail: chi, a determinate condizioni, si ritrova con le azioni frutto della conversione di obbligazioni subordinate, potrà scambiare le stesse con certificati di deposito, aderendo all’offerta.
Lo swap effettivo dei titoli – con le azioni che saranno acquistate dallo Stato, che vedrà così salire la sua partecipazione in Mps al 67,8% – avverrà entro il 25 novembre, mentre i certificati di deposito che gli investitori ex obbligazionisti riceveranno consegnando le azioni scadranno, riporta il Sole 24 Ore, nel maggio del 2018, “quando i risparmiatori potranno recuperare il cash investito a suo tempo nei subordinati del Monte”.
Riguardo al futuro della banca, non è certo di buon auspicio la nota di Fitch arrivata ieri pomeriggio sulle principali principali quattro banche italiane monitorate dall’agenzia di rating: oltre a Mps, UniCredit, Intesa SanPaolo e Ubi Banca. Su Mps, Fitch ha scritto che il piano complessivo di ristrutturazione della banca “è soggetto a rischi notevoli di esecuzione”.