Mps-Antonveneta, al via il terzo gruppo bancario italiano
In un momento in cui sembrava quasi del tutto conclusa la stagione delle acquisizioni e delle fusioni, è con un colpo a sorpresa che Banca Monte Paschi di Siena mischia le carte in tavola e torna a riaccendere il risiko bancario Italiano. Il gruppo di Rocca Salimbeni ha annunciato ieri pomeriggio di aver raggiunto un accordo con il Banco Santander per l’acquisto del 100% di Banca Antonveneta per una cifra pari a 9 miliardi di euro in contanti, al netto delle partecipazione di Interbanca.
Il nuovo istituto che nascerà dal matrimonio tra la banca senese e quella veneta (l’operazione dovrebbe essere chiusa entro il primo semestre del 2008) darà vita al terzo gruppo bancario del Belpaese dopo Intesa Sanpaolo, in pole position per numero di sportelli e dipendenti, e Unicredit-Capitalia.
Secondo le intese raggiunte, l’istituto spagnolo, non appena avrà concluso l’acquisizione di Banca Antonveneta in corso con Abn Amro, ne cederà l’intero capitale a Mps. Gli accordi prevedono infatti che in concomitanza con il passaggio di Antonveneta alla banca senese, Interbanca uscirà dal gruppo Antonveneta.
Antonveneta rappresenta – come si legge in una nota diramata in serata – un’occasione importante quanto ad appetibilità industriale, linearità della governance e dimensione. In dettaglio, l’operazione assume un forte valore strategico, permettendo il consolidamento del ruolo di terzo polo bancario in Italia in grado di competere con gli altri gruppi leader nel mercato domestico e europeo, ma anche un rafforzamento del core business e infine una significativa crescita dimensionale con l’incremento della rete sportelli (da 2000 a 3000 unità) e della quota di mercato ( dal 6% al 9%) . Inoltre, l’azienda toscana rafforza la propria presenza nel nord Italia, aumentandola del 100% e portando la quota di mercato in Lombardia ed Emilia al 6,5% e in Veneto al 10,6%. Da un punto di vista dimensionale Antonveneta consente una crescita di circa il 30% in termini dei principali aggregati economico-patrimoniali.
Un’intesa che secondo una prima stima preliminare evidenzia un significativo potenziale di creazione valore, con sinergie lorde stimate in un minimo di 360 milioni di euro, di cui 220 milioni di euro da risparmi dei costi (25% dei costi di Antonveneta) e 140 milioni di euro da ricavi addizionali (6% dei ricavi di Antonveneta).
Sul fronte finanziario, il gruppo guidato da Giuseppe Mussari prevede di finanziare l’operazione per circa il 50% tramite equity, per circa il 20/25% tramite cessione di asset non strategici e l’accelerazione del processo di riallocazione del capitale a favore del “core business” e per la restante parte attingendo alla liquidità disponibile e al funding tramite strumenti di debito.