Mps al centro del risiko, Banco Bpm e Giorgetti non demordono. Nuovi rumor spingono titolo a +100% Ytd
Settimana sotto i riflettori per Mps che veleggia sui massimi a oltre due anni e rimane al centro del risiko bancario. Dopo i primi tentennamenti degli investitori, che lunedì hanno scaricato il titolo a seguito dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm, che aveva fatto pensare a un allontanamento di scenari M&A per Siena, nei giorni successivi Siena è tornata a catalizzare gli acquisti, prima per il giudizio positivo di Deutsche Bank e poi per le indiscrezioni di contromosse di Banco Bpm.
L’opzione Bpm-Mps torna in auge
Nella giornata di ieri ha preso piede con una certa insistenza l’ipotesi che la banca guidata da Giuseppe Castagna non resti a guardare e trovi alleati per uscire dalla morsa di Orcel. Una delle opzioni, sarebbe quella di accelerare sul tanto discusso terzo polo con Mps. Una fusione amichevole tra Bpm ed Mps dove la proposta dovrebbe arrivare da Rocca Salimbeni. L’operazione troverebbe il beneplacito del governo, che ancora detiene una quota residua di oltre l’11% di Mps, che lo pone ancora come primo socio. Ancora ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è tornato a evocare il golden power («Il governo valuterà») in relazione all’Ops di Unicredit che non è piaciuta alla Lega.
Il governo italiano ha ceduto questo mese una quota del 15% del Monte. A entrare nell’azionariato è stata Banco Bpm con una quota del 5%, così come Anima (sotto Opa della stessa Bpm) con un 3% c he si aggiunge al quasi 1% già detenuto. Il nocciolo duro di soci italiani si completa con il 3,5% ciascuno acquistati da Caltagirone (a sua volta socio in Bpm e Anima) e Delfin.
Terzo polo per smarcarsi dalla morsa di Orcel
Uno scenario tutto da costruire e che necessità del via libera dei soci e della Bce, ma che potrebbe consentire al Banco di frenare le ambizioni di UniCredit o almeno costringere Orcel a rivedere le condizioni, a partire dal prezzo di concambio offerto in quanto cambierebbe e di molto il perimetro.
Tra gli analisti c’è una certa unanimità circa il premio troppo basso messo sul piatto da Unicredit per Banco Bpm e quindi le attese sono di una revisione al rialzo in sede di presentazione del prospetto in Consob o più probabilmente successivamente, in modo da ammorbidire la piena opposizione all’operazione evidenziata in prima battuta dal cda di Banco Bpm.
Altre indiscrezioni stampa invece vedono Banco Bpm pronto anche a convocare l’assemblea straordinaria per rivedere al rialzo l’offerta su Anima (passaggio richiesto dalla “passivity rule“).
Tornando a ragionare sui possibili scenari per Mps, nel caso si materializzasse Unicredit-Bpm, Siena potrebbe inserirsi nell’operazione prendendosi le filiali in esubero (circa 200).
Analisti puntano su Mps anche per il 2025
Quest’anno Mps è stato uno dei migliori titoli di tutto il Ftse Mib. La crescita è infatti del 100% da inizio anno e tra gli analisti permane ottimismo anche considerando proprio l’appeal speculativo. Questa settimana Deutsche Bank ha confermato Mps tra le sue sei top pick del settore bancario europeo, sottolineando come la “profezia di M&A sta diventando un’opzione concreta”.
Nel 2017 lo Stato salvò Mps con un’iniezione di capitale da 5,4 miliardi di euro in cambio di una quota del 70% nella banca.
“Nonostante lo scetticismo del mercato, l’evoluzione del net interest income (NII) di Mps è stata molto in linea con la media dei competitor”, sottolinea DB. Nel terzo trimestre la banca senese ha registrato un utile netto da interessi pari a 1,8 miliardi di euro, in aumento di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A questo si aggiunge una posizione patrimoniale molto solida che “dovrebbe rimanere superiore alla media anche in caso di fusioni e acquisizioni e/o di un dividendo straordinario”.
Mps è anche la banca con rendimento dei dividendi più elevato tra quelle coperte da Deutsche, con un payout ratio del 75%.