Morgan Stanley irrompe in Banco BPM, partecipazione potenziale del 7,5%
New entry di spicco nel capitale di Banco BPM. La banca statunitense Morgan Stanley risulta detenere una partecipazione potenziale, detenuta indirettamente, pari al 7,557%. La novità emerge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti. Morgan Stanley detiene lo 0,169% come diritti di voto legati ad azioni e il 6,707% come partecipazione potenziale.
Operazione datata 1 novembre
La partecipazione detenuta tramite le società controllate Morgan Stanley & Co. International Plc, Morgan Stanley & Co. Llc. e Morgan Stanley Smith Barney LLC. Tale quota è rappresentata da azioni oggetto di contratti di prestito titoli con possibilità di rientro non prestabilita a discrezione del prestatore, che non prevedono data di scadenza. Lo 0,516% è invece rappresentato da posizioni lunghe con regolamento fisico in contanti o azioni; di quest’ultima quota lo 0,165% sono contratti di “opzione put” esercitabili il 21/12/2018, mentre il restante 0.515% sono contratti di “opzione put” esercitabili il 21/06/2019.
Il tal modo Morgan Stanley risulta virtualmente il maggior azionista della banca sopravanzando Invesco che detiene poco più del 5%.
Il titolo Banco Bpm , che nel corso della seduta era arrivato a cedere oltre il 4%, ha recuperato sul finale e ha chiuso in calo dello 0,83% a 1,8296 euro. Da inizio anno il titolo dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna risulta tra i peggiori dell’intero Ftse Mib con un calo nell’ordine del 32%.
Istituto impegnato in processo derisking
Banco BPM ha archiviato i primi 9 mesi dell’anno con un utile netto di 525 milioni di euro frutto anche della plusvalenze per 313,6 milioni frutto della cessione delle attività di banca depositaria e di Anima nel corso del primo semestre. Nel terzo trimestre l’utile si è attestato a 172 milioni di euro, 5% sopra le stime di consensus.
La banca guidata da Giuseppe Castagna sta accelerando sul piano di derisking. In tal senso è stato avviato il progetto “ACE” individuando alcune potenziali controparti (rappresentate dalla cordata DoBank, Fortress e Spaxs, da quella costituita da Credito Fondiario ed Elliot e da quella costituita da Christofferson Robb & Company Davidson Kempner e Prelios) che stanno completando le proprie attività di due diligence sui portafogli dei crediti deteriorati. La Banca valuterà le offerte che le suddette controparti presenteranno, con l’obiettivo di realizzare una significativa cessione per un importo superiore a € 3,5 miliardi e fino ad un massimo di € 8,6 miliardi; contestualmente si valuterà anche l’eventuale inclusione della piattaforma di servicing.
Nei primi 9 mesi dell’anno l’ammontare dei NPL è sceso di 6,9 miliardi con calo degli stock esistenti di 11,5 mld dalla data di efficacia della fusione tra Banco Popolare e Bpm. I crediti deteriorati netti sono scesi di € 3,9 miliardi rispetto a fine 2017, con un’incidenza sul totale degli impieghi in flessione dal 12,1% (fine 2017) all’8,5%.