Notizie Notizie Italia Moody’s vede ripresa nel 2014. Banca d’Italia, prosegue contrazione del credito

Moody’s vede ripresa nel 2014. Banca d’Italia, prosegue contrazione del credito

12 Novembre 2013 15:21

L’Italia con ogni probabilità tornerà a vedere una crescita positiva nel 2014. Nel frattempo Banca d’Italia rileva un’ulteriore contrazione del credito. Moody’s nel Global Macro Outlook prevede per l’Italia un Pil 2013 fra -2 e -1% e fra zero e +1% nel 2014 e nel 2015. Rimane pesante allo stesso tempo la situazione del mercato del lavoro, con Moody’s che stima un aumento della disoccupazione fra l’11,5% e il 12,5% nel 2013 e tra il 12% e il 13% nel 2014, con il range per il 2015 analogo a quello stimato per il 2013.

Per Moody’s inoltre l’Eurozona corre un “rischio considerevole” di una “ulteriore escalation della crisi se il sostegno ai programmi di austerità scendesse ancora”. in particolare ci sarebbero rischi “non trascurabili” che in Italia e Grecia “i partiti anti-euro prendano il potere con un programma di uscita dall’euro“.

Banca d’Italia, credito ancora in contrazione
“La redditività delle imprese è in diminuzione per il protrarsi della recessione e l’incidenza delle aziende finanziariamente fragili è aumentata”. Così Banca d’Italia nel suo Rapporto sulla Stabilità finanziaria di novembre. Secondo Via Nazionale “l’elevata incertezza circa i tempi e l’intensità della ripresa economica, e le difficili condizioni di accesso al credito (in particolare per le piccole e medie imprese) rimangono fonti di rischio“. Banca d’Italia sottolinea inoltre che “prosegue la contrazione del credito. Con il miglioramento della congiuntura la flessione del credito si attenuerebbe nel corso del 2014″.

Migliora liquidità titoli di Stato
“In Italia i sondaggi tra le imprese indicano un arresto del calo dell’attività produttiva, ma la dispersione delle opinioni è ampia e le prospettive restano incerte”. Secondo Banca d’Italia nel settore immobiliare il numero di compravendite si è stabilizzato, ma la discesa dei prezzi delle abitazioni prosegue pur attenuandosi. “Sul mercato dei titoli di Stato le condizioni di liquidità sono migliorate e i rendimenti sono scesi. I non residenti hanno continuato a effettuare acquisti netti. Va proseguito il consolidamento dei conti pubblici, per contenere i premi per il rischio sui titoli di Stato e assicurare condizioni creditizie favorevoli alla ripresa”, si legge nel rapporto della Banca d’Italia.

In aumento i prestiti deteriorati
“Il principale problema delle banche italiane è rappresentato dall’aumento dei prestiti deteriorati dovuto alla prolungata recessione, concentrato nei crediti alle imprese”. Per Palazzo Koch i dati preliminari indicano che nel terzo trimestre di quest’anno l’incidenza del flusso di nuove sofferenze sul complesso dei prestiti avrebbe cessato di crescere. Incidenza che “scenderebbe gradualmente nel 2014, pur rimanendo elevata”. Gli esperti di Via Nazionale fanno poi notare che la redditività operativa delle banche “è in larga parte assorbita dalle perdite su crediti”.

Esposizione banche in titoli pubblici in calo nel terzo trimestre
“Gli acquisti di titoli pubblici italiani da parte delle nostre banche si sono intensificati dalla fine del 2011. Vi ha contribuito l’ampliarsi del differenziale tra i rendimenti unitari degli investimenti in titoli e quelli dei prestiti”. Banca d’Italia fa notare come “nel terzo trimestre del 2013 si sono registrate vendite nette di titoli, in concomitanza con i segnali di ripresa dell’economia e con l’attenuarsi delle tensioni sui mercati della raccolta all’ingrosso”.

Posizione patrimoniale banche continua a rafforzarsi
“Il rafforzamento della posizione patrimoniale delle banche è proseguito senza il ricorso a fondi pubblici e dall’avvio della crisi il sostegno statale alle banche italiane è stato assai contenuto sia in valore assoluto sia nel confronto internazionale”. Gli esperti di Via Nazionale fanno notare che gli esercizi condotti dalla Banca d’Italia e dal Fondo monetario internazionale confermano che il sistema bancario italiano “non presenta nel suo complesso forti necessità di ricapitalizzazione, anche in condizioni di stress”.