Moody’s: Cina, Fed e Grecia i rischi per la crescita globale. Tagliate stime su India
Nei prossimi due anni l’economia globale crescerà ma a un tasso inferiore di quello a cui si era abituati prima della crisi finanziaria. E dipenderà dall’evolversi di tre principali fattori che si chiamano Cina, Federal Reserve (Fed) e Grecia. Lo prevede Moody’s, nel suo ultimo rapporto trimestrale diffuso oggi.
Le previsioni di crescita
L’agenzia statunitense conferma la stima sulla crescita del Pil del G20 al 2,7% quest’anno e al 3% l’anno prossimo, contro il +2,9% del 2014. “Queste proiezioni sono ancora sotto il tasso di crescita medio del G20 prima della crisi finanziaria – sottolinea Marie Diron, senior vice president, credit policy a Moody’s – e ci vorranno ancora cinque anni prima di rivedere quei tassi di espansione”.
Scendendo nel dettaglio, l’economia degli Stati Uniti dovrebbe crescere del 2,4% nel 2015 per poi risalire al 2,8% nel 2016, grazie alla creazione di occupazione, agli elevati profitti delle imprese, alle condizioni di finanziamento favorevoli e alla domanda repressa. Per quanto riguarda l’area euro, Moody’s prevede una crescita dell’1,5% nel 2015 e nel 2016. L’euro più debole e i più bassi prezzi del petrolio hanno dato una spinta all’economia della regione. Tuttavia, non si vedono ancora un aumento degli investimenti, una produttività del lavoro o un aumento più veloce dell’occupazione.
Nel resto del mondo, il Giappone è stato uno dei pochi Paesi che ha visto la sua previsione di crescita rivista al rialzo da Moody’s, mentre Brasile, Indonesia, Corea e Messico hanno subito consistenti revisioni al ribasso per il periodo 2015-2016. In particolare per l’India, l’agenzia ha tagliato il Pil per l’anno iniziato il primo aprile al 7% dal precedente 7,5% a causa delle condizioni climatiche inusuali. Tuttavia, il prossimo anno, l’economia indiana dovrebbe accelerare a un +7,5% grazie ai cambiamenti politici in corso che favoriranno gli investimenti. Infine in Cina, Moody’s ha confermato la sua precedente stima di crescita del 6,8% quest’anno e del 6,5% nel 2016, per poi scivolare progressivamente verso un +6% negli anni successivi.
Attenzione però a Cina, Fed e Grecia
“La ripresa negli Stati Uniti e, in misura minore, nell’area dell’euro e nel Giappone, sarà compensata dal rallentamento in corso in Cina, dalla bassa o negativa crescita in America Latina e dalla lieve ripresa della Russia dalla sua crisi di quest’anno”, ha affermato Marie Diron, aggiungendo subito dopo che “una brusca correzione o comunque di lunga durata dei prezzi delle attività in Cina è uno dei principali fattori di rischio che potrebbe tradursi in una crescita globale inferiore”.
Secondo Moody’s infatti i principali rischi sulla ripresa nei prossimi due anni riguardano una possibile marcata correzione sui titoli azionari e sui prezzi immobiliari in Cina, oltre che un anticipato inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve e infine un’uscita della Grecia dalla zona euro.