Montepaschi: tregua fragile a Siena. Mansi: non sono riusciti a far fuori la Fondazione
Sembra sempre più fragile la tregua in casa Montepaschi dopo il rinvio dell’aumento di capitale al secondo trimestre e la conferma di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola alla guida della banca senese. Una tregua che prosegue a colpi d’interviste sulle principali testate italiane. Dopo le parole nette di ieri di Alessandro Profumo a La Repubblica, oggi è la volta di Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, che ha rilasciato un’intervista al settimanale Panorama.
Al Montepaschi la banca ha cercato di uccidere l’azionista, ovvero la Fondazione? “Qualcosa del genere, ma non ci sono riusciti. Io glielo avevo detto che avrei votato contro quella proposta di aumento di capitale, ma non hanno creduto che sarei andata in fondo. Adesso quando parlo mi ascolteranno, lo spero per loro”, ha dichiarato la Mansi a Panorama. La presidente di Palazzo Sansedoni ha ammesso che “la banca aveva bisogno di un aumento e infatti è stato approvato. L’unico dettaglio che è cambiato è la tempistica”.
L’assemblea di fine dicembre ha infatti rinviato l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro nel secondo trimestre, sposando la linea della Fondazione Mps in contrasto con i vertici del Monte che invece avrebbero voluto lanciare la ricapitalizzazione in gennaio. Anche se rinviato di qualche mese l’aumento di capitale dovrebbe inevitabilmente causare la diluizione della Fondazione Mps e dovrebbe aprire le porte all’ingresso di nuovi soci. “Al Montepaschi servono investitori solidi che ci facciano crescere più che una banca con la quale fondersi. Dal punto di vista dell’istituto io reputo migliore la soluzione di uno o più soci finanziari”, ha dichiarato ieri Profumo.
Ieri intanto Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, ha dichiarato che l’ente milanese non è al lavoro sul dossier Montepaschi. Secondo i recenti rumors la Fondazione Cariplo, insieme ad altre Fondazioni del Nord Italia e ad un pool di fondi di private equity, starebbe trattando per rilevare buona parte della quota del Monte in mano alla Fondazione Mps. Una soluzione che a detta della stampa nazionale sarebbe molto gradita ai piani alti del Tesoro, visto che Palazzo Sansedoni ha necessità di fare cassa per ripagare i circa 340 milioni di euro contratti con le banche.