Mobius: tutti gli asset su cui puntare con $100.000. Bitcoin: “è una bolla, ma durante le bolle si possono fare molti soldi”
Su quali asset sarebbe meglio puntare oggi, avendo a disposizione 100.000 dollari? A questa domanda ha risposto Mark Mobius, guru dei mercati emergenti, nel corso di una conferenza organizzata da Bloomberg a Jakarta.
Un terzo nelle commodities; un terzo nell’azionario dell’Africa, e un terzo in Vietnam: così dovrebbero essere allocati gli investimenti, nel caso in cui si avesse a disposizione quella cifra, secondo Mobius.
Sul fronte delle commodities, Mobius cita in particolare il palladio, che ha segnato un rally del 45% nel corso del 2017, e anche il platino, definendo le due scommesse quelle “più degne di nota” nel settore delle materie prime.
Riguardo all’Africa, il consiglio è di puntare soprattutto sulle borse del Sud Africa, del Kenya e dello Zimbabwe.
Quest’ultimo viene definito una “grande opportunità”, in quanto Mobius crede che il rovesciamento dell’ex presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, si tradurrà nell’apertura dei mercati e nell’aumento delle riserve valutarie.
Sicuramente, aggiunge Mobius, la Cina rimane interessante, grazie alla maggiore apertura dei suoi mercati e alle conseguenze positive sull’economia che arriveranno dalla continua lotta alla corruzione.
L’esperto ha infine descritto il Vietnam, dove l’indice azionario di riferimento VN Index è balzato del 41% quest’anno, “uno dei mercati asiatici più dinamici”.
Più in generale, nell’intervista rilasciata a Bloomberg, il presidente esecutivo di Franklyn Templeton ha definito il rialzo dei mercati emergenti ancora “sostenibile”, dopo tre anni in cui gli indici hanno sottoperformato Wall Street.
Andando avanti, gli investitori a suo avviso si renderanno conto che è qui, nei mercati emergenti, che c’è la crescita. Motivo per cui, aggiunge, “mi aspetto un loro rialzo di almeno +20%“.
Tra l’altro, “non abbiamo ancora superato il picco testato nel 2007, e prima o poi ciò accadrà”.
I rischi maggiori al rialzo sono due: uno è rappresentato dalla Corea del Nord, con gli Stati Uniti di Donald Trump che, secondo Mobius, prima o poi reagiranno. Il secondo è il pericolo legato alle conseguenze di operazioni di hackeraggio che vadano a colpire interi sistemi.
Sul Bitcoin? La definizione che il guru dà alla criptovaluta è quella di “religione”.
“E’ una religione, bisogna crederci. Ma un’analisi più approfondita porterà ad ammettere che il Bitcoin non è una valuta, è un mezzo di scambio”.
Sul fatto che sia una bolla o meno, Mobius sottolinea che è una bolla, aggiungendo tuttavia che “le bolle possono durare a lungo”, e che “nel frattempo si possono fare molti soldi”.
Rispondendo a quanto tempo la bolla del Bitcoin potrebbe durare, l’analista afferma “un anno circa”.