Migliorano i conti pubblici dell’Italia, ma Confcommercio guarda a debole dinamica dei consumi
In miglioramento i conti pubblici del Belpaese. Nei primi nove mesi del 2010 l’indebitamento netto italiano risulta pari al 5,1 per cento del Pil, in riduzione rispetto al 5,5 per cento registrato nel corrispondente periodo del 2009. Lo ha reso noto oggi l’Istat. Nel terzo trimestre del 2010 l’indebitamento netto in rapporto al Pil si è attestato al 3,2% dal 3,9% del terzo trimestre 2009. Nel terzo trimestre 2010, il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 3.702 milioni di euro (era pari a più 964 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2009), con una incidenza positiva sul Pil dell’1,0 per cento (era più 0,3 per cento nel corrispondente trimestre del 2009).
Nei primi nove mesi del 2010 il saldo primario rispetto al Pil risulta negativo e pari allo 0,6 per cento (era pari a meno 0,9 nello stesso periodo dell’anno precedente). Il saldo corrente (risparmio), prosegue la nota dell’Istat, nel terzo trimestre del 2010 è risultato negativo e pari a 1.870 milioni di euro (era meno 2.473 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell’anno precedente). L’incidenza sul Pil è risultata pari a meno 0,5 per cento, a fronte del meno 0,7 per cento nel corrispondente trimestre del 2009. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2010 il saldo corrente in rapporto al Pil è stato negativo e pari al 2,5 per cento, valore uguale a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Sempre oggi è arrivato il Rapporto consumi 2010 elaborato da Confcommercio che sottolinea lo stallo dei consumi in Italia da oltre un decennio e ritiene che per la vera ripresa bisognerà aspettare il prossimo anno. le previsioni per il biennio 2010-2011 sono di un modesto +0,4% nel 2010 in termini di crescita dei consumi, nel 2011 si dovrebbe completare la “guarigione” dell’economia e del clima di fiducia dei consumatori con un +0,9% i consumi in termini reali. La vera ripresa dei consumi è collocata soltanto nel 2012 (+1,6%), anno nel quale dovrebbe diventare concretamente apprezzabile una fase di crescita, almeno in linea con le dinamiche sperimentate prima del 2007. “Senza una maggiore occupazione – rimarca il rapporto Confcommercio – difficilmente si osserverà una curva crescente nella spesa reale per consumi. E senza consumi difficilmente ci sarà una ripresa solida”.
Il rapporto pubblicato oggi mette in evidenza come nel biennio 2008-2009, in piena crisi economica, i consumi delle famiglie italiane hanno registrato una contrazione media annua del 2,1% tornando ai livelli precedenti il 1999. Gli italiani hanno reagito alla crisi cercando di ridurre gli sprechi, facendo più attenzione al rapporto qualità-prezzo. Tra le voci di consumo, nel biennio 2008-2009, in calo la spesa per le vacanze (-3,2%), i pasti in casa e fuori casa (-3,2%), mobilità e comunicazioni (-3,1%), l’abbigliamento (-3,1%); di contro, tengono le spese per la salute (+2,5%), per elettrodomestici e IT domestico (+2,4%) e quelle per beni e servizi per la telefonia (+0,4%).
Nel terzo trimestre del 2010 il prodotto lordo dell’Italia è cresciuto di due decimi di punto su base congiunturale. Una variazione inferiore rispetto a quanto fatto registrare dalle economie più avanzate (Germania +0,7%, Regno Unito +0,8%, USA +0,5%). Pil che comunque risulta in crescita per il terzo trimestre consecutivo.