Miglior gennaio dal 1997 per Wall Street, oggi test payrolls

Nonostante l’ultima seduta del mese in negativo, Wall Street ha archiviato il primo mese dell’anno con ritorni decisamente soddisfacenti per gli investitori. Lo S&P 500, arretrato dello 0,26% a quota 1.498 punti, ha chiuso gennaio con un saldo positivo del 5,1%, il migliore gennaio dal 1997. Calo dello 0,36% per il Dow Jones che a gennaio ha segnato un +5,8% (miglior gennaio dal 1994).
Non lontani i massimi storici dell’autunno 2007
Nelle scorse sedute lo S&P 500 si era riportato sopra la soglia dei 1.500 punti per la prima volta dal dicembre 2007 e ora viaggia a poco più di 4 punti percentuali dai massimi storici dell’ottobre 2007 che stazionano a 1.565,1 punti. A trainare i listini Usa ha contribuito sin dalla prima seduta del nuovo anno l’accordo in extremis per scongiurare il fiscal cliff e poi l’inizio della stagione delle trimestrali con utili mediamente sopra le attese.
Oggi focus sulle payrolls di gennaio
Wall Street ieri non ha trovato sponda nei dati macro che sono risultati contrastanti. Le richieste di sussidi di sussidi di disoccupazione tornate a salire a quota 368mila unità dalle 330 mila della settimana precedente (che rappresentava il minimo a 5 anni). Buoni i riscontri arrivati invece dai redditi personali, saliti del 2,6% a dicembre, maggior balzo dal lontano dicembre 2004. Bene anche il Pmi di Chicago salito a 55,6 punti a dicembre.
Forte attesa oggi per i dati di domani sulla disoccupazione Usa a gennaio dopo la debole lettura del Pil del quarto trimestre 2012 (-0,1% annualizzato). Mentre il tasso di disoccupazione secondo le attese degli analisti dovrebbe confermarsi in gennaio al 7,8%, il dato sulla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo secondo il consensus dovrebbe crescere di 165 mila unità nel primo mese dell’anno. “Riteniamo che tale dato sarà particolarmente positivo solamente se supererà almeno i 200 mila nuovi impieghi – commentava ieri sera Filippo A. Diodovich, market strategist di IG – in modo da permettere nel più breve periodo possibile (8-12 mesi) di far diminuire il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti al 6,5%, obiettivo fissato dall’amministrazione Obama”.