Notizie Notizie Mondo Meta fuori dalla top 10 delle Mega Cap mondiali, le ragioni dietro al febbraio horribilis dell’ex Facebook

Meta fuori dalla top 10 delle Mega Cap mondiali, le ragioni dietro al febbraio horribilis dell’ex Facebook

21 Febbraio 2022 10:10

Fino a poco tempo fa era comodamente la sesta azienda più grande del mondo con una valutazione superiore a 1.000 miliardi di dollari, oggi invece Meta, la casa madre di Facebook ha chiuso le contrattazioni con un valore di 565 miliardi di dollari, collocandosi all’11° posto stando ai dati stilati da Bloomberg.

Meta, che ha cambiato il suo nome da Facebook l’anno scorso con il tentativo dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg di spostare l’attenzione della società verso esperienze digitali nuove nel metaverso, ha visto più di 500 miliardi di dollari di valore di mercato andato in fumo rispetto al picco di settembre, ossia più della market di ogni singola azienda di Wall Street esclude le prime 8.

Il titolo Meta segna un clamoroso -38% YTD e viaggia sui minimi da maggio 2020 senza dare alcun segnale di ripresa dopo il grande crollo di inizio mese dopo la delusione arrivata dai conti trimestrali.

A spiegare le ragioni del grande crollo è Alex Tedder, Head and CIO of Global and US Equities, Frank Thormann, Portfolio Manager, Multi Regional Equities di Schroders.

In primo luogo le aspettative sugli utili del quarto trimestre erano molto alte, se non altro perché il maggiore competitor di Meta, Alphabet (capogruppo di Google), aveva riportato risultati finanziari davvero eccellenti solo un paio di giorni prima. Purtroppo la trimestrale di Meta è stata molto deludente – e preoccupante – su diversi fronti. I risultati hanno confermato che Facebook sta iniziando a rallentare. Stiamo assistendo a un chiaro deterioramento dell’engagement, in quanto le persone usano sempre meno Facebook: il numero di utenti attivi su base giornaliera è crollato negli ultimi tre mesi del 2021 per la prima volta nella storia affermano gli esperti.

Anche il cambiamento delle impostazioni sulla privacy rappresenta un’altra ragione dietro il crollo del titolo di Meta. Facebook ha riconosciuto che tali cambiamenti impatteranno fortemente sugli utili nel primo trimestre del 2022. In molti casi, Facebook non sarà più in grado di tracciare il comportamento degli utenti su internet né di vendere i dati ricavati a parti terze, come gli inserzionisti, che usano questo tipo di informazioni per targettizzare le pubblicità. “Il crollo di Meta evidenzia lo scetticismo degli investitori nei confronti del metaverso e della capacità di un’azienda come Facebook di trasformare il suo modello di business in una piattaforma di realtà virtuale. Il nostro team non è convinto che tale mossa funzionerà, come Mark Zuckerberg vuole fare intendere. Riteniamo che tali dubbi siano fondati e ciò aumenta l’incertezza riguardo alla crescita futura di Facebook” concludono.