Messina (Intesa): in Italia debito mai priorità di nessun governo. Intanto Salvini smentisce se stesso su cassette di sicurezza
L’AD di Intesa SanPaolo torna a dire la sua sul problema del debito italiano, esprimendosi anche sul rischio che prima o poi venga imposta, in Italia, una patrimoniale. Rischio che oggi è stato per l’ennesima volta smentito dal vicepremier Matteo Salvini, che si è trovato tuttavia costretto a fornire chiarimenti sulla frase proferita, nel corso della trasmissione Porta a Porta, sulle cassette di sicurezza.
Così Messina:
In Italia “ci siamo sempre concentrati sul Pil e mai sul debito. Non c’è mai stata sensibilità sul tema della sostenibilità del debito pubblico che non è mai stata la priorità di alcun governo, non solo di questo”. Si tratta tuttavia di una questione, ha continuato il vicepremier, che dovrà essere affrontata in quanto, in caso contrario, “una patrimoniale diventerà inevitabile”.
Diverse volte l’AD di Intesa sanPaolo si era soffermato sulla necessità dell’Italia di tagliare il debito.
Parlando poi dei rischi che incombono sull’Italia, il numero uno della banca italiana ha affermato che “la procedura di infrazione deve essere assolutamente evitata”.
Secondo il manager – riporta il Messaggero che ha lanciato l’evento «Obbligati a Crescere» in collaborazione con l’Abi, in corso in queste ore a Roma – la procedura di infrazione «potrebbe mettere in difficoltà qualsiasi ragionamento sul potenziale di crescita» e «non a causa della procedura di una Commissione “cattiva” ma perché «i nostri creditori ne trarrebbero le conseguenze di un paese non affidabile che ha già fatto aumentare fortemente lo spread». Messina ha poi sottolineato che il debito italiano deve essere ridotto nelle dimensioni «o siamo condannati a essere un paese di serie B». Secondo Messina «è pure vero che questo governo ha ereditato il debito da quelli precedenti» e l’attenzione «è stata tutta nell’aumentare la crescita» ma invece di raggiungere il necessario 3% di aumento del Pil ci si è fermati allo 0,5-1,5%.
Ancora il Messaggero su quanto detto dall’AD di Intesa SanPaolo:
“Serve un progetto per valorizzare la massa da mille miliardi di euro degli asset pubblici attraverso un utilizzo intelligente del «risparmio privato», una delle forze dell’Italia, altrimenti sarà «inevitabile» che questo nei prossimi anni «sarà utilizzato per fare la patrimoniale», ha affermato ancora il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. «Io parto da una considerazione che oggi lo spread dell’Italia è quasi come quello della Grecia, quindi purtroppo credo che prima di tutto ci dobbiamo ricordare che in questo paese siamo riusciti a creare le condizioni per cui il nostro spread è come quello della Grecia», nonostante questo non sia giustificato «dai fondamentali» dell’economia, ha affermato ancora Messina in risposta a chi gli chiede delle parole del premier Conte secondo cui la Ue rischia di commettere con l’Italia gli stessi errori compiuti con la Grecia. «Poi indubbiamente – ha rilevato Messina – le crisi potevano essere gestite meglio»”.
Cassette di sicurezza: dietrofront di Salvini
Dal canto suo, nella giornata di oggi, il leader della Lega ha smentito l’ipotesi di una tassa sulle cassette di sicurezza, definendo “prive di qualsiasi fondamento”, anche “le ipotesi di una patrimoniale, di tasse sui risparmi, sui conti correnti degli italiani”.
“Siamo al governo per togliere, non per aggiungere tasse – ha detto il ministro dell’Interno – L’unico ragionamento in corso riguarda una ‘pace fiscale’ per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che ad Equitalia, al denaro contante”. Era stato lui stesso a far nascere il caso ‘cassette di sicurezza’ quando ieri sera, a Porto a Porta, si era così espresso, parlando di tassazione:
“Non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi. Potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli”.
All’osservazione di Bruno Vespa, che ha fatto notare che si tratta di “soldi sostanzialmente nascosti”, Salvini ha accennato un sì con il capo: “Parliamo di soldi tenuti sotto il materasso”, ha specificato.